Petrini, l'esperienza di produzione di olio diventa modello in vista del Food Systems Summit delle Nazioni Unite 2021

Cristiano e Francesca Petrini che conducono l'azienda di famiglia che produce olio biologico a Monte San Vito
Cristiano e Francesca Petrini che conducono l'azienda di famiglia che produce olio biologico a Monte San Vito
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 19:39

ANCONA - L'esperienza della Fattoria Petrini di Monte San Vito scelta a livello nazionale per la preparazione al Food Systems Summit delle Nazioni Unite 2021 in programma a settembre. A raccontarla sarà Francesca Petrini, che con il fratello Cristiano dirige l'azienda di famiglia che produce oli extra vergini di oliva biologici, nel corso di “Buono! Storie italiane di agricoltura, territori e cibo sostenibili” in programma il 24 e 25 giugno. 

Si tratta di un evento, che potrà essere seguito in streaming sul sito web https://buono.makerfairerome.eu/  che racconta l'importanza del cibo per il nostro futuro, il valore di una dieta equilibrata come quella mediterranea, le buone pratiche dei nostri agricoltori e imprenditori e l'innovazione che aiuta il benessere delle persone e dell'ambiente.

Petrini è stata scelta, a livello nazionale, proprio per le buone pratiche.

«Senza presunzione - spiega Francesca - la nostra azienda ha dimostrato che lavorare in un certo modo non solo è sostenibile da un punto di vista  economico ma contribuisce anche all’ambiente. Da anni abbiamo scelto un modello di business che punta sì allo sviluppo, alla crescita ma che trova nella sostenibilità di processo e di prodotto l’ambito di azione entro cui muoversi nonché il principio di garanzia della sicurezza alimentare lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, rappresentando un vero lasciapassare per un futuro di benessere. Ho sempre ben in mente una delle primissime definizioni di sostenibilità basata sul concetto di giustizia intergenerazionale che fa riferimento alla capacità di una generazione di soddisfare i propri fabbisogni senza impedire alle generazioni successive di fare altrettanto. Solo in questa ottica, il nostro operare si riempie di significato».


Dal lato della produzione, Cristiano sottolinea come rispettando la terra e i suoi frutti, si possono raggiungere risultati di qualità sia a livello agronomico che in termini organolettico-nutrizionali davvero sorprendenti per le sostanze nutritive utili al nostro organismo. «E’ proprio questa attenzione agli aspetti nutrizionali quindi alla salute - continua Cristiano - che ci ha poi guidati nella messa a punto del Petrini plus che con le sue vitamine D, K e B6 ha mostrato un significativo impatto sul processo di mineralizzazione ossea. Questo olio come gli altri oli di nostra produzione sono il frutto di olive sane, non trattate chimicamente, lavorate entro poche ore dalla loro raccolta i cui scarti di lavorazione non sono rifiuti ma materia prima seconda, da reimpiegare per usi agronomici. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza la stretta connessione tra salute, alimentazione e ambiente pertanto noi imprenditori non possiamo esimerci da una accentuata responsabilità sociale e ambientale, in linea con le indicazioni dell’Agenda 2030».

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