Pesaresi, parlano gli sconfitti anconetani: «Frattura Mancinelli-città. Ida partiva svantaggiata»

Pesaresi, parlano gli sconfitti anconetani: «Frattura Mancinelli-città. Ida partiva svantaggiata»
Pesaresi, parlano gli sconfitti anconetani: «Frattura Mancinelli-città. Ida partiva svantaggiata»
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 17:00

Carlo Pesaresi, sfidante di Ida Simonella alle primarie e capofila della civica “Ancona diamoci del noi”: con lei il centrosinistra avrebbe vinto?
«La politica non si fa con i “se”. E nessuno di noi ha la sfera di cristallo». 
Vero, e allora giriamo la domanda: Simonella era la candidata giusta per battere Silvetti e il centrodestra? 
«Vorrei ricordare che la scelta è stata democratica, sono stati gli elettori del centrosinistra ad esprimersi. E quella di Ida è stata una decisione coraggiosa che ho apprezzato». 

 
Quanto ha pesato sulla débacle l’ombra di Valeria Mancinelli? 
«È evidente che Ida partiva con un vulnus a monte: nel momento in cui spira un’aria di cambiamento, parti svantaggiato se rappresenti la continuità al passato e, oggettivamente, la sua era una figura legata a doppio filo con il governo della città degli ultimi anni.

Ma ripeto, la sua è stata una dimostrazione di coraggio, un merito: le fa onore». 

Continuare ad agitare il fantasma dell’avanzata della destra crede si sia rivelata una tattica sbagliata?
«La campagna di Ida si è basata relativamente su questo. Ha proposto temi importanti e si è spesa principalmente contro il mantra della filiera, come se le istituzioni si muovessero a seconda del colore degli enti locali. È un’idea istituzionalmente aberrante. Ma certo, continuare a parlare dello spettro della destra al governo è una strategia che non paga».

Quali e quante responsabilità di questa sconfitta del centrosinistra vanno attribuite alla Mancinelli?
«Non voglio personalizzare la questione. La débacle è stata della coalizione del centrosinistra, dal Pd al Terzo Polo ai Centristi nessuno può cantar vittoria. Credo che nel secondo mandato della Mancinelli ci sia stata come una frattura con la città: a un certo punto non si è stati capaci di tenere insieme il governo e gli anconetani. Il feeling iniziale si è spento per via di un crescente arroccamento che Ida, con generosità, ha provato a smussare. Ha mandato un messaggio chiaro in campagna elettorale: parte una nuova storia. Si riferiva non solo al dialogo con le altre forze di centrosinistra, ma anche ad una volontà di cambiamento nel rapporto con le parti vive della città. Ma se in passato non erano state costruite certe condizioni di governo, pensare a un’intesa adesso era dura: era una lacuna incolmabile». 

Da dove ripartire? 
«Non certo dal silenzio. Serve un confronto aperto ed alto per ragionare sulle cause della sconfitta e organizzare un’opposizione valida in Consiglio, valorizzando il risultato ottenuto dalle liste civiche. La speranza è di creare un fronte progressista-ecologista che tenga insieme le varie anime, in modo da non arrivare alle prossime elezioni con 3-4 candidati. Silvetti ha vinto perché il centrodestra è unito e ha cavalcato la volontà di cambiamento rispetto a un governo cittadino che gli anconetani consideravano un po’ logoro. Ora però non disperda il patrimonio che ha ereditato, a partire dai progetti avviati e dalle risorse del Pnrr».

Vedremo Pesaresi in Consiglio?
«Assolutamente sì, pronto a fare un’opposizione seria ed efficace».

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