Vedova e sola, chiede aiuto telefonando al 112: i carabinieri le portano la spesa, il negoziante non vuole i soldi

Bollette triplicate e costi ormai insostenibili: due piscine con il futuro in bilico. Ecco quali sono
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di Gianluca Fenucci
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Venerdì 3 Giugno 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:50

OSIMO -  Il telefono della stazione dei carabinieri di Osimo, a cui la centrale 112 ha girato una richiesta di soccorso, squilla alle 19,30 di mercoledì scorso. Il centralinista alza la cornetta e ascolta la voce, flebile, di una donna prostrata. Dall’altro capo del filo c’è una signora di circa 60 anni, di origine russa, che risiede in una frazione osimana e chiede aiuto e sostegno.


«Sono tre giorni che non esco, da tre giorni non mangio - dice affranta e in preda all’ansia, la sessantenne - portatemi qualcosa per favore, venite ad aiutarmi».

Il centralinista avverte la pattuglia dei carabinieri di Osimo che è in servizio sul territorio comunale e in pochi minuti i militari sono a a casa della donna. Lei li attende, li fa entrare e, come se si fosse liberata di un peso, li ringrazia per averla soccorsa e sostenuta. La casa è linda e pulita, tutto è in ordine ma il frigorifero è desolatamente vuoto e la donna ha bisogno anche di sfogarsi, parlare, raccontare. 


I carabinieri osimani non ci pensano un attimo: organizzano una colletta tra loro, mettono insieme una somma di alcune decine di euro, si recano in un bar della zona e acquistano pasta, verdura, carne, latte e pane, oltre a qualche bottiglia d’acqua. Il titolare del locale, ascolta il racconto dei carabinieri, si intenerisce e capisce la situazione: è solidale con i militari e, a suo modo, vuole aiutare la donna. Non chiede in cambio nulla, non fa pagare nemmeno un centesimo i prodotti che i carabinieri stavano acquistando. Una gara di solidarietà e di sensibilità. I carabinieri tornano velocemente a casa della vedova per farla mangiare e sollevarla da quello stato di profondo malumore. Scopriranno poi, dialogando a lungo con lei, che la signora di origine russa vive da 25 anni in Italia, era ben integrata nel tessuto sociale del territorio ma da due mesi ha perso il marito.

Rimasta vedova la depressione e l’angoscia hanno preso il sopravvento e lei, fragile e sola, ha iniziato il suo personale calvario. Racconta di una vita non semplice, un’esistenza piena di ostacoli e di dolori; racconta di sentirsi un po’ abbandonata e trascurata, racconta del rapporto coi figli e dice che li vede poco anche se uno dei due è più attento, talvolta va a trovarla, pur avendo il suo lavoro, la sua famiglia e gli amici. L’aver perso il marito l’ha distrutta moralmente, ha lasciato nel suo cuore e nell’anima ferite profonde e che non riesce a rimarginare. 


I carabinieri di Osimo si mostrano sensibili e meritano un encomio: si trattengono per tre quarti d’ora a parlare con la sessantenne di origine russa, ascoltano attentamente i suoi racconti, le stanno vicini e dialogano affabilmente con lei. Lei apprezza, mangia il cibo che gli hanno portato i militari, si apre con loro, si sente che ha necessità di non restare da sola. Poi avvertono gli operatori dei servizi sociali osimani perché quella donna ha bisogno urgente di aiuto. Si vede però che un tempo è stata una donna di una certa cultura e di molta sensibilità: possiede un pianoforte a muro che dice di aver suonato molto spesso in passato ma che da tempo ha smesso di utilizzare. Un dramma dei nostri tempi, dove il caos è sovrano, tutti corrono ma tanti soffrono di solitudine. Chissà se quel pianoforte tornerà presto a suonare?

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