Tutti in carcere i signori della truffa
Erano il terrore di nonne e anziani

Tutti in carcere i signori della truffa Erano il terrore di nonne e anziani
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Giovedì 22 Marzo 2018, 05:55
OSIMO - Credevano di poter colpire la Valmusone mettendo a segno truffe agli anziani e garantirsi così profitti illeciti, compresa la villa di famiglia, ma non avevano fatto i conti con i carabinieri della Compagnia di Osimo. Nella rete dei militari, oltre a due fratelli napoletani arrestati a novembre scorso, è finito ora anche il padre, A.E. 64enne trasferito ieri nel carcere di Poggioreale a Napoli. 

Secondo gli inquirenti sarebbe anche lui artefice di una sequela impressionante di raggiri contestati dalla Procura, nonché fondatore dell’associazione a delinquere contestata. A mettere le manette all’uomo sono stati proprio i carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo che hanno condotto le indagini, e che si sono recati in trasferta a Napoli scoprendo la lussuosa abitazione in cui il 64enne viveva grazie anche a quei guadagni portati in Campania truffando anziani in tutto il Centro e Nord Italia. Dalla provincia di Ancona all’Umbria, dal Lazio alla Toscana passando per la Liguria e l’Abruzzo. 

Sarebbero addirittura 70 le truffe fatte da padre e figli fingendosi un carabiniere che, per soccorrere un parente incidentato della vittima, chiedeva ingenti somme di denaro. L’indagine dei carabinieri della Compagnia di Osimo diretta dal Maggiore Raffaele Conforti e del Norm guidato dal Maresciallo Luciano Almiento, parte il 28 marzo del 2017, quando due anziane di Loreto, una di Sirolo e l’altra di Numana chiamano il 112 per segnalare una tentata truffa. L’intervento dei carabinieri subito dopo la prima telefonata ha permesso però di evitare il raggiro e bloccare i truffatori mentre si stavano confondendo tra i pellegrini giunti alla Santa Casa di Loreto. Ai carabinieri di Osimo, che già avevano chiuso nel mese precedente, a febbraio 2017, una operazione simile arrestando sei napoletani per truffe agli anziani, è bastato poco per individuare i due fratelli, L.E. di 37 anni e C.E. di 33.

All’esito della perquisizione i due furono trovati in possesso di svariati telefoni cellulari utilizzati per contattare le vittime, sottoposti a sequestro insieme ad un navigatore satellitare dove erano indicati tutti i luoghi raggiunti per compiere l’attività illecita. Questo controllo è stato per i carabinieri lo spartiacque di tutta l’attività di indagine. Gli investigatori infatti, sotto la direzione del sostituto procuratore di Ancona Rosario Lionello, analizzando numerose utenze telefoniche, tragitti autostradali, denunce per analoghe truffe del finto carabiniere e le spy-cam pubbliche dei Comuni italiani dove erano state segnalate, hanno potuto addebitare prima ai due fratelli e ora anche al loro padre ben 70 colpi. 
I complici
Ci sarebbe anche un quarto complice che avrebbe le ore contate per poter chiudere definitivamente tutta l’operazione, denominata dall’Arma “True Justice”. Nel blitz di martedì a Napoli per dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico del padre dei due ragazzi già arrestati, i militari di Osimo hanno recuperato parte della refurtiva e confermato ingenti guadagni dalle truffe, circa 300mila euro tra contante e monili d’oro. 
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