Diminuiscono gli ospiti e il bilancio va in rosso. Casa di riposo: organico a rischio tagli

Diminuiscono gli ospiti e il bilancio va in rosso. Casa di riposo: organico a rischio tagli
Diminuiscono gli ospiti e il bilancio va in rosso. Casa di riposo: organico a rischio tagli
di Giacomo Quattrini
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Venerdì 1 Aprile 2022, 06:15

OSIMO  - Non trova pace la Fondazione Recanatesi, che gestisce la casa di riposo lungo via Flaminia II, tra Osimo e San Sabino. Prima il maxi focolaio da Covid a inizio 2021 con oltre 100 infetti e 23 decessi, poi l’indagine della Guardia di Finanza sull’acquisto di mascherine ritenute non consoni alle normative, infine le dimissioni ormai sei mesi fa del presidente Jacopo Bellaspiga, al quale è succeduto la 73enne Viviana Volpini, che era già nel Cda dove i cinque componenti sono scelti dalla Diocesi. 


Ecco, come se non bastasse un 2021 da brividi, si apre ora la vertenza occupazionale per il taglio di personale che lavora nella casa di riposo tramite la cooperativa Asscoop.

Ad oggi nella struttura ci sono 30 dipendenti della Fondazione e 54 della cooperativa che gestisce i reparti al piano terra e al secondo. A rischiare sarebbero soprattutto i lavoratori che si occupano dell’animazione, delle pulizie e delle docce agli anziani ospiti. Sul tavolo di trattative sindacali aperto già da qualche settimana il Cda del Recanatesi ha annunciato di voler ridurre le ore affidate agli animatori della Asscoop da 123 settimanali a 36 e poi azzerarli da giugno, perché affiderà il servizio a personale interno, così come riassegnerà agli Oss il compito di lavare gli anziani. 


La necessità di ridurre i costi è dovuta a più complicazioni. Intanto a pesare è un debito di circa un milione di euro proprio nei confronti della stessa Asscoop: «L’obiettivo –assicura la presidente del Recanatesi, Viviana Volpini- è rientrare man mano e pareggiare la situazione, ma serve unità di intenti, serenità, perché assicureremo sempre massima qualità dei servizi e minor impatto sui posti di lavoro». Il taglio di personale è dovuto anche alla riduzione degli ospiti. «I due anni di pandemia sono stati tremendi, siamo passati da 130 anziani agli attuali 92, perché –spiega Volpini- i protocolli sanitari imposti dal Covid scoraggiano le famiglie ad affidare i propri cari anziani alle case di riposo, visto che non possono fare visite come prima, ma solo su appuntamento e con distanziamento, speriamo che con l’uscita dall’emergenza si ritorni ad avere più ospiti e in quel caso saremo pronti ad aumentare i collaboratori della cooperativa, ma al momento è indispensabile ridurli».

Altro guaio sulle casse della Fondazione è la multa arrivata da Inps: «Ha contestato proprio la commistione tra dipendenti nostri e della cooperativa in alcuni servizi come l’animazione, la vertenza è ancora aperta» ammette la presidente. E non finisce qui: l’ala nuova della casa di riposo sorta anni fa come degenza per i prelati e mai decollata in questo senso, fu poi affittata dall’Istituto per il Sostentamento del Clero proprio al Recanatesi, che però l’anno scorso tra canone ritenuto eccessivo e ospiti in calo ha deciso di lasciare vuoti quegli spazi. Infine l’accreditamento che non è andato a buon fine con la Regione per ottenere dei posti letto convenzionati come Rsa. Insomma, tante grane da affrontare che hanno spinto il Cda a prendere questa decisione di tagliare i costi riducendo il personale esterno. 


I lavoratori di Asscoop e Fondazione, riuniti in assemblea mercoledì, hanno dato mandato a Cgil Cisl e Uil di proclamare lo stato di agitazione e l’avvio delle procedure di raffreddamento in Prefettura. «La procedura –spiega Alberto Beltrani segretario regionale di Uil Fpl- è finalizzata ad ottenere garanzie da Asscoop sul mantenimento dei livelli occupazionali e ricollocazione degli esuberi, mentre da Fondazione Recanatesi sul differimento dei tagli programmati alle ore attualmente affidate alla cooperativa».

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