Pugnaloni conferma le misure anti-struscio a oltranza: in centro aprono solo due locali

Pugnaloni conferma le misure anti-struscio a oltranza: in centro aprono solo due locali
Pugnaloni conferma le misure anti-struscio a oltranza: in centro aprono solo due locali
di Giacomo Quattrini
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Martedì 2 Marzo 2021, 04:45

OSIMO  - L’ordinanza anti assembramenti «sarà mantenuta ad oltranza finché lo richiederà la situazione sanitaria», parola di sindaco. Dunque anche sabato e domenica prossimi non si potrà passeggiare per il centro, fermarsi a fare due chiacchiere o bere un caffè d’asporto: si potrà transitare alle 8 alle 22 solo se diretti in qualche esercizio commerciale. E tutti i baristi e ristoratori che decideranno di lavorare con l’asporto, come permesso dalla zona arancione, non potranno somministrare bevande in contenitori di vetro, per limitare così le scene di degrado segnalate dai residenti. 

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Il provvedimento firmato venerdì scorso da Pugnaloni ha pressoché azzerato le presenze in centro storico lo scorso weekend: se sabato erano poche le persone, domenica pomeriggio anche meno. E così i servizi di controllo congiunti di polizia di Stato, polizia locale e protezione civile non hanno prodotto multe o fatto emergere situazioni critiche come il sabato precedente. D’altronde di tutti i locali del centro storico, solo un paio hanno deciso di tenere aperti, come la pasticceria Ridolfi e il Caffè Diana. Quest’ultimo per rispettare l’ordinanza sindacale si è anche avvalso di un vigilantes per consentire al titolare, Alessandro Dolciotti, di rispettare al meglio le misure di sicurezza. 
L’agenzia privata
«Ci siamo affidati ad una agenzia che già collabora con le amministrazioni pubbliche per i grandi eventi, lo rifaremo nei weekend e quando prevediamo maggiore affluenza, così saremo più sicuri sia noi che lavoriamo che i clienti». Non vuole mollare dunque Dolciotti, che assicura: «Il Diana resterà aperto per l’asporto in zona arancione, certo, l’ordinanza di Pugnaloni è stringente e disincentiva l’affluenza in centro, ma comprendo la scelta, non è facile per un sindaco gestire un momento simile. Ho voluto essere propositivo e trovare una soluzione per restare comunque aperti, e quindi abbiamo assunto il vigilante». Dolciotti, in riferimento alla movida incontrollata dei weekend scorsi, ammette che «lavorare in quel modo non si poteva più fare, era troppo rischioso in questa fase». Di diverso avviso Massimo Gioacchini dello storico Caffè del Corso: «assembramenti non si vedono solo in piazza, ma anche al parco o al supermercato». Vista l’ordinanza del sindaco, il suo bar è rimasto chiuso lo scorso weekend, così come Gustibus e diversi altri: «Sarebbe stato inutile aprire, praticamente con quel provvedimento il sindaco ha azzerato le possibilità di intercettare clienti e quindi di lavorare. Con la zona arancione saremo aperti tutti i giorni per l’asporto, ma per sabato e domenica prossima valuteremo se vale la pena insistere, ma c’è poca informazione tra la gente e nessuna certezza per il nostro futuro di ristoratori». Intanto Osimo con oltre 400 contagi è il Comune della provincia con il peggior rapporto tra positivi e numero di abitanti. Altra brutta notizia è quella relativa ai morti: alla casa di riposo della Fondazione Recanatesi, dove i contagi tra gli anziani sono scesi a 31, è stato registrato però ieri l’ennesimo decesso, siamo ormai oltre la decina. 
La replica del Pd
Infine il Pd Osimo replica alle Liste civiche che avevano preso di mira l’ordinanza del sindaco, ritenuta tardiva e penalizzante per i ristoratori. «Un giorno chiedono misure per contenere il contagio nei luoghi pubblici, il giorno dopo criticano l’amministrazione per l’ordinanza che impedisce la concentrazione di persone.

Si mettano d’accordo su cosa vogliono. Il provvedimento non è fatto contro le attività commerciali, ma per garantire la salute pubblica». Il Pd ricorda poi alle civiche che «in Regione sono alleate con partiti che in piena pandemia dicevano di riaprire tutto e subito, per non parlare delle vaccinazioni a rilento. Il cambio di passo lo chiedano ad altri».

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