L’ospedale adesso è dell’Inrca
«Così è salvo». «No, è svenduto»

L’ospedale adesso è dell’Inrca «Così è salvo». «No, è svenduto»
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Mercoledì 3 Gennaio 2018, 07:45
OSIMO - L’ospedale di Osimo è diventato parte integrante dell’Inrca: dall’altro ieri non è più dell’Azienda sanitaria regionale ma dell’Istituto nazionale di ricerca e cura per anziani, sempre pubblico ma con un altro proprietario insomma. 

Un passaggio storico che viene visto dall’amministrazione comunale di centrosinistra come «l’unico modo per salvare il Ss. Benvenuto e Rocco che altrimenti sarebbe stato fagocitato da quello di Jesi diventando ospedale semplice», portando ad esempio la chiusura due anni fa dell’ostetricia e ginecologia. Mentre dall’opposizione, parte dei sindacati e del personale dipendente il passaggio da Asur ad Inrca è «una svendita che vale come chiusura dell’ospedale di rete, trasformato in una costola dell’Istituto per anziani come previsto dal futuro trasferimento nel nuovo polo sanitario dell’Aspio». 

A prendere posizione sono anche i medici, come l’ex primario della ginecologia osimana, Mauro Tiriduzzi, che tramite il suo profilo Facebook il giorno del passaggio, a Capodanno, ha prima ricordato quello che fu il fiore all’occhiello del Ss. Benvenuto e Rocco, appunto l’ostetricia e ginecologia, e poi ha pubblicato la determina Asur che spiega tecnicamente cosa prevede il passaggio all’Inrca del ramo d’azienda rappresentato da Osimo. Al post del dottor Tiriduzzi altri colleghi evidenziarono precedenti simili, come il passaggio del Lancisi a Torrette, ricordando che il servizio migliorò. Tiriduzzi si dice perplesso «sul come e sul fatto che non pochi se ne sono fatti e se ne fanno vessillo». Angelo Curatola, ultimo primario dell’ostetricia e ginecologia prima della chiusura, venne accusato dai comitati di cittadini di aver favorito il punto nascite di Jesi dal quale proveniva. Si rivolge a Tiriduzzi rilevando che «alla luce delle nuova organizzazione delle cure ostetriche così come era» il punto nascita di Osimo «non poteva sussistere». Appunto il trasferimento di Osimo all’Inrca. Nella determina Asur del 29 dicembre si ricorda che il passaggio arriva da lontano, da quando 10 anni fa si decise di non fare più l’ospedale di rete in Valmusone (prima San Sabino e poi Acquaviva) ma di farlo assieme al nuovo Inrca all’Aspio. [Una scelta concretizzata con l’accordo del 2015 tra Comune e Regione che prevedeva il passaggio giuridico di Osimo all’Istituto di ricerca della Montagnola, compresi beni immobili e risorse tecnologiche. 
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