Osimo nel network della super spycam: la videosorveglianza si è messa in rete

La riunione del gruppo di lavoro ieri a Macerata
La riunione del gruppo di lavoro ieri a Macerata
di Edoardo Danieli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Luglio 2020, 07:55

OSIMO -  «La sicurezza è caposaldo per i nostri concittadini. Prevenire è la parola d’ordine». Con queste parole d’ordine, il sindaco Simone Pugnaloni ha preso parte, ieri a Macerata, alla presentazione dei contenuti tecnici ed economici di Marche Smart View il progetto relativo al sistema integrato di videosorveglianza, e dei prossimi step.

C’erano i rappresentanti dei 26 comuni delle 4 province marchigiane che hanno aderito all’iniziativa, che rappresentano una popolazione di circa 308 mila abitanti e hanno istallato 266 telecamere a lettura targhe. Imponente il contributo di Osimo, come ricorda lo stesso Pugnaloni, «grazie al lavoro incessante di questi anni dell’assessore alla Sicurezza e Polizia municipale Federica Gatto con l’installazione di 80 telecamere che hanno permesso di scovare nell’immediato diversi reati».


LEGGI ANCHE:

Passa a casa della madre ma la trova morta: è caduta dalle scale ed ha battuto la testa

 

Marche Smart View mette in rete questo patrimonio, allargandolo a 250 punti di osservazione nel territorio delle quattro province, in grado di seguire con maggiore efficacia e tempestività gli spostamenti compiuti per compiere gli atti criminali. Le informazioni rilevate dalle telecamere, inoltre, potranno essere utilizzate in futuro per scopi anche relativi alla mobilità e all’ambiente avendo modo di rilevare in tempo reale dati relativi ai flussi di traffico e alle stesse emissioni di sostanze inquinanti. «Reati commessi in ognuno dei nostri Comuni - osserva Pugnaloni - potranno essere accertati da ciascuno di noi interfacciandosi proprio grazie ad un server cloud unico dove tutti potranno leggere le info necessarie per accertare e denunciare reati commessi su tutto il territorio». Ad Osimo, le telecamere Ocr sono 7 ed entro settembre ne saranno acquistate altre 5. Inoltre, aggiunge il sindaco, «ogni provincia dovrà avere un comune coordinatore, noi abbiamo reso la disponibilità per quella di Ancona. Da subito contatteremo prefetto e questore per fornire tutte le informazioni tecniche». 

L’incontro di ieri mattina ha chiuso un anno di percorso comune in cui sono stati compiuti una serie di approfondimenti delle varie tematiche coinvolte, quali privacy, prestazioni attese e soluzioni tecnologiche, sia fra i comuni aderenti, che con tecnici esterni, con la Regione Marche, la Questura di Macerata, il garante della Privacy e con lo stesso Ministero degli Interni. 

Il gruppo di lavoro ha voluto vedere da vicino anche altre realtà, come quella di Parma ad esempio, che hanno avviato esperienze simili, con uno scambio di esperienze che si è dimostrato molto utile. Per quanto riguarda i costi il 26 Comuni aderenti al progetto dovranno sostenere un investimento complessivo iniziale di circa 100mila euro, quindi una media di circa 4mila euro a comune per i costi iniziali, e duemila euro per i costi ricorrenti comprensiva dello sviluppo del software, privacy e affitto dei servizi Cloud e un costo ricorrente, ogni anno, di circa 40mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA