Moldavo con i documenti falsi incastrato dopo un anno: riconosciuto durante un posto di blocco

Moldavo con i documenti falsi incastrato dopo un anno: riconosciuto durante un posto di blocco
Moldavo con i documenti falsi incastrato dopo un anno: riconosciuto durante un posto di blocco
di Giacomo Quattrini
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Lunedì 10 Gennaio 2022, 09:20

OSIMO  - Si conclude dopo un anno di indagini la ricerca del moldavo che era entrato in Italia con documenti falsi. L’uomo di 36 anni era stato fermato nel 2020 dalla polizia locale che gli aveva ritirato la patente moldava non convertita. I suoi documenti vennero segnalati alla Questura la quale scoprì che erano pure falsi. Da qui, a gennaio 2021, il commissariato avviò un’inchiesta per rintracciarlo, tra Osimo e Loreto, ed applicare l’ordinanza di espulsione dal territorio nazionale, senza trovarlo.

In compenso i poliziotti individuarono altri due connazionali di 41 e 37 anni, operai edili precari ma incensurati, che vivevano con lui in una palazzina di via Flaminia, anche loro con documenti di cittadinanza romena falsi e dunque, da moldavi, risultavano su territorio italiano in posizione irregolare.

Ora il 36enne dal quale partì l’indagine un anno fa è stato ritrovato dalla polizia locale di Osimo. Durante un posto di blocco, ieri mattina, hanno riconosciuto il latitante che, nel frattempo, grazie ai certificati falsi era riuscito a farsi rilasciare documenti italiani originali, dai quali risultava essere un cittadino romeno, quindi europeo, mentre in realtà è moldavo, dunque extra comunitario. Gli agenti del comandante Daniele Buscarini sono riusciti a collegare la persona ai fatti avvenuti un anno fa ed è scattata la denuncia per falso ideologico e per aver indotto con inganno all’errore il dipendente pubblico che gli aveva rilasciato i documenti italiani, ovviamente sequestrati.

Un modus operandi a quanto pare collaudato: cittadini della Moldavia che grazie ad accordi bilaterali con la Romania hanno la doppia cittadinanza, che consente di entrare in Europea come romeni. Solo che la circostanza coinvolge perlopiù moldavi che vivono al confine con la Romania mentre altri, come quello fermato dalla polizia locale, utilizzano documenti rumeni falsi.

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