OSIMO - Al culmine dell’ennesima lite furibonda, tra insulti e rivendicazioni, ha buttato fuori di casa il fratello col quale convive in centro storico. Dopo mezz’ora ad implorare di riaprirgli, non sapendo da chi andare, il 47enne ha chiamato la polizia di Stato per costringere la sorella che ha qualche anno in meno ad aprirgli la porta. Ma non c’è stato niente da fare, neanche davanti alla mediazione degli agenti arrivati dal commissariato di piazza Marconi la sorella ha desistito.
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Alla fine è stata la stessa polizia a chiamare i vigili del fuoco per far aprire forzatamente quel portone e permettere all’uomo di entrare in quella casa dove ha la residenza e il diritto di dimorare.
Tra fratello e sorella non è la prima volta che la litigata degenera con intervento delle forze dell’ordine, spesso sollecitate dai vicini di casa spazientiti.
Fratello e sorella non risultano avere una occupazione, andare avanti non è semplice. I nervi sono tesi, ancor di più dopo mesi di convivenza forzata causa Covid. Anche per questo forse la sorella lunedì sera aveva deciso nell’impeto di sbattere fuori il fratello. Agli agenti di polizia non ha saputo dare una spiegazione circostanziata, ma ora verranno approfondite le responsabilità dei due. Al momento il fratello, che solo grazie ai pompieri è rientrato a casa evitando una notte all’addiaccio, non ha presentato querela di parte. Spetterà al commissariato valutare se ci sono gli estremi per una denuncia d’ufficio per violenza privata. Nella stessa palazzina l’estate scorsa erano state trovate nel cortile vistose tracce di sangue, la cui matrice è rimasta un giallo. La polizia esclude siano collegate ai due.