Fiori bianchi e rosa per l’addio a Ilaria. Il parroco: «Scusaci, la tua morte si doveva evitare»

Fiori bianchi e rosa per l’addio a Ilaria. Il parroco: «Scusaci, la tua morte si doveva evitare»
Fiori bianchi e rosa per l’addio a Ilaria. Il parroco: «Scusaci, la tua morte si doveva evitare»
di Giacomo Quattrini
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Domenica 16 Ottobre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 07:16

OSIMO  - Tanti fiori bianchi e rosa, compresi quelli della scuola di Padiglione, una chiesa gremita, la giunta comunale in prima fila a rappresentare il dolore della comunità nel giorno di lutto cittadino. Sono stati funerali di silenzio e ascolto, come ha chiesto il parroco nell’omelia, quelli di Ilaria Maiorano ieri mattina a San Marco.

Anche una delegazione della comunità musulmana ha voluto portare la propria vicinanza alla mamma della 41enne uccisa martedì scorso e a suo fratello.

Seduti accanto Daniele e Silvana, quasi increduli che quel timore che avevano per Ilaria si sia realmente concretizzato per mano, stando agli inquirenti, di quel marito che non approvavano. 


La commozione

Non c’erano le due bambine di 5 e 8 anni che Ilaria aveva messo al mondo con Tarik El Ghaddassi, come normale vista l’età, ma c’erano tanti amici di famiglia, anche gente comune che ha lasciato dei fiori e poi lo zio del marito, l’Imam della moschea sotto al Maxiparcheggio, uno dei primi ad arrivare sul luogo del delitto martedì. Il fratello di Ilaria, Daniele, lo ha abbracciato a fine celebrazione, e poi fuori dalla chiesa ha spiegato: «I genitori di Tarik non c’erano ed è stato meglio così, li avrei respinti, ma lo zio Imam no, è stato anche a trovarci». Il sindaco Pugnaloni e l’assessore ai Servizi sociali Paola Andreoni si sono fermati a parlare più a lungo di altri con la mamma di Ilaria.

Toccanti gli applausi all’uscita del feretro in piazza San Marco, così come le parole di don Dino Cecconi: «Scusaci –ha detto nell’omelia- per le nostre inadempienze, per una tragedia da evitare». Don Dino, parroco del Duomo, accompagnato nella celebrazione da padre Jacques e padre Benny, che reggono la parrocchia di San Marco, ha cercato di scrollare la frustrazione di Osimo per la terribile tragedia di Ilaria: «Ogni evento –ha detto- rappresenta un tassello di quella ricchezza o debolezza di una comunità. Abbiamo cercato di distribuire responsabilità, ma siamo tutti responsabili. Entriamo anche noi in questo silenzio di Ilaria per ascoltare ciò che la sua storia ha da dirci».

Poi invita a fare di più: «Questa non è l’unica storia di sofferenza e dolore, anche altri stanno lottando, e mi domando: stiamo dando la dovuta attenzione? E’ difficile aiutare gli altri ma la famiglia oggi è fragile, non possiamo fingere che tutto vada bene. La violenza fisica e psichica spesso si sviluppa tra le pareti domestiche, dobbiamo metterci nello spirito dei bambini, che chiedono aiuto, verità, che vogliono giocare e non fare la guerra. La società appartiene a tutti e tutti siamo invitati a essere oggetto di vita, non di morte, ma di rispetto reciproco, dove le diversità non sono rischio ma ricchezza». Un messaggio alle istituzioni: «La famiglia richiede grande impegno, ci sono tante figure professionali ma è ora che, oltre al medico di famiglia e al prete della parrocchia, ci sia uno psicologo di famiglia, è importante parlare dei propri problemi senza vergogna, non nascondere le debolezze». Stasera dalle 18 la fiaccolata per Ilaria in corso Mazzini.

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