Osimo, il racconto choc delle figlie di Ilaria Maiorano: «Così papà ha ucciso nostra mamma»

Osimo, il racconto choc delle figlie di Ilaria Maiorano: «Così papà ha ucciso nostra mamma»
Osimo, il racconto choc delle figlie di Ilaria Maiorano: «Così papà ha ucciso nostra mamma»
di Federica Serfilippi
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Domenica 11 Giugno 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 17:21

OSIMO - «Abbiamo visto papà che aggrediva mamma. L’ha colpita a mani nude e poi con una sedia». Una sequenza micidiale, tragica, atroce vista e raccontata dagli occhi innocenti di due bimbe, di 6 e 8 anni. Sono le figlie di Ilaria Maiorano e Tarik El Ghaddassi: lei, 41 anni, è morta nella casa di Padiglione lo scorso 11 ottobre. Per la procura è stata massacrata di botte al termine di un furioso litigio con il marito marocchino. Lui, 42 anni, è in carcere dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio volontario aggravato. 

L’incidente probatorio

Le bambine sono state ascoltate dal gip nel corso dell’incidente probatorio che si è tenuto in tribunale nei giorni scorsi.

A valutare positivamente la loro capacità testimoniale era stata in prima battuta una psicologa nominata dal giudice. Le due hanno dunque riferito - per quanto è stato possibile, considerando la tenera età e un contesto non certo facile - di quell’orrore vissuto otto mesi fa tra le mura domestiche. Quando, stando a quanto emerso, avrebbero visto il papà aggredire la mamma. 

La violenza

Una violenza maturata prima a mani nude, con schiaffi e pugni, poi con una sedia di plastica, identica a quelle dove siedono i bambini. Ilaria sarebbe stata colpita più volte, anche alla testa, tanto da innescare la rottura di un piede della sedia. L’uomo, difeso dall’avvocato Domenico Biasco, non ha mai smentito l’esistenza di un litigio. Ma ha sempre sostenuto, al culmine del parapiglia al primo piano della casa di Padiglione, la caduta accidentale dalla scale di Ilaria. Fatto, questo, le bimbe non ricorderebbero.

Il processo

Le dichiarazioni delle bimbe, assistite legalmente dagli avvocati Arianna Benni e Giulia Marinelli, potranno essere utilizzare nell’ambito dell’eventuale processo contro il 42enne marocchino. Non ci sarà bisogno di chiamarle ancora in aula e far vivere loro le immagini di una sequenza da incubo. Ovviamente, ci sarà da valutare la chiarezza e l’attendibilità delle parole delle bimbe, in riferimento anche agli esiti dell’autopsia sul corpo della 41enne. 

L’autopsia

Una prima relazione aveva parlato di plurimi traumi alle braccia e al viso. Per la procura segni compatibili con una aggressione a mani nude e con spinte contro un mobile appuntito, uno spigolo o una sedia. Per la difesa compatibili invece con una colluttazione, prima, e una caduta dalle scale, poi. La versione di Tarik: la mattina dopo il litigio notturno sarebbe uscito di casa senza sincerarsi delle condizioni della donna, che aveva dormito in un’altra stanza dopo la caduta dalle scale. Si sarebbe insospettito solo dopo non aver visto la 41enne portare le figlie a scuola, nella struttura che si trova a pochi passi dal bar dove quella mattina Tarik attendeva un passaggio per andare al lavoro. Tornato a casa, a suo dire, aveva provato a rianimare la moglie. Per la procura a scatenare l’aggressione, sarebbe stata la gelosia del marocchino provata nei confronti della moglie.

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