Ilaria Maiorano trovata a letto in un lago di sangue e con il cranio fracassato. Vacilla la versione del marito

Ilaria Maiorano trovata a letto in un lago di sangue e con il cranio fracassato. Vacilla la versione del marito
Ilaria Maiorano trovata a letto in un lago di sangue e con il cranio fracassato. Vacilla la versione del marito
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 07:32

OSIMO - Un volto sfigurato, reso irriconoscibile dai violenti colpi subiti. E lesioni su gran parte del corpo. Sono le prime risultanze emerse dall’autopsia che ieri pomeriggio è stata eseguita all’istituto di Medicina Legale di Torrette sul corpo di Ilaria Maiorano, la 41enne che, per la procura, sarebbe stata massacrata di botte dal marito marocchino Tarik El Ghaddassi, ora a Montacuto con l’accusa di omicidio volontario, al culmine di un litigio domestico. L’accertamento, condotto dai medici Mauro Pesaresi e Paolo Francesco Busardò, avrebbe escluso la presenza di ferite di arma da taglio. Ma non quelle derivate dall’utilizzo di un corpo contundente. La salma di Ilaria è stata trovata martedì mattina, sul letto. Era in un lago di sangue. Le ossa del cranio fracassate. Gli accertamenti, ieri sera ancora in corso, dovranno valutare se le lesioni al cranio possano essere compatibili con una caduta dalle scale, come raccontato dal 41enne Tarik. «Ma poi si è alzata, è andata in bagno e siamo andati a dormire in camere separate. Alla mattina sono uscito di casa, non ho aperto la porta della sua camera». 


L’ipotesi


Ma per la procura, dal litigio avvenuto nelle prime ore della notte di martedì Ilaria non sarebbe mai uscita viva.

Del resto, ci sono tante ombre nel racconto di Tarik, muratore pluripregiudicato per violenza sessuale, furto, evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Punti oscuri che riguardano sia la fase del litigio, scattato per motivi di gelosia, e dove anche lui avrebbe subito dei colpi; sia le ore successive al caos scoppiato al primo piano del casolare sulla Montefanese, quando in casa c’erano le due figliolette della coppia. Lui ha raccontato agli inquirenti si essere uscito di casa, martedì mattina, poco prima delle 8. A piedi si è portato di fronte al bar Tavoloni: aspettava il suo datore di lavoro. Non vedendo la moglie portare i figli a scuola (proprio vicino al bar) si è allarmato. Il marocchino dice di aver chiamato la madre (all’estero) sostenendo di essere preoccupato per non aver visto la moglie. Sarebbe stata quindi la madre a telefonare alla 41enne: non ha risposto. Perché era già morta. È stata quindi avvertita una parente della famiglia marocchina, che si è recata subito al casolare.

Le incongruenze di Tarik

In tutto questo giro di chiamate, stando a quanto emerso, il muratore non avrebbe mai telefonato direttamente alla moglie. Perchè? «Ero arrabbiato con lei per il litigio della sera prima» la versione del 41enne. E perchè, sempre che venga appurato che sia uscito di casa martedì mattina e non sia invece rimasto sempre al casolare, si è preoccupato così tanto quando non ha visto la moglie, tanto da scomodare la madre all’estero? Ancora più ombre sulla versione della litigata notturna, di quella strana caduta dalle scale e della “ritirata” di tutti e due nelle rispettive camere, come se nulla fosse. 


Gli altri dettagli


Non torna un altro dettaglio: il fratello di Ilaria, Daniele Maiorano, racconta delle chiamate fatte martedì mattina dalla madre alla figlia, tutte andate a vuoto. Si sarebbe poi messa in contatto con Tarik attorno alle 9.30: «Ilaria non sta tanto bene» avrebbe detto lui. Pochi minuti dopo, l’arrivo del 118 e dei carabinieri. L’allarme sarebbe stato dato per un lite domestica, in cui c’era una donna priva di sensi. E ancora: Tarik sostiene di essere uscito per lavoro prima delle 8 e di essere tornato a casa in concomitanza dell’arrivo della parente nel casolare, quando poi è stato lanciato l’allarme. Ma, stando a quanto emerso, lui era a casa quando ha parlato con la mamma di Ilaria, tanto che al telefono le ha passato le nipoti. I pezzi del puzzle non si incastrano. Domani, a Montacuto, l’udienza di convalida del fermo. 

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