Ex Itc Corridoni, 7 anni da incompiuta
Abbandono e rifiuti, fino al crollo choc

Ex Itc Corridoni, 7 anni da incompiuta Abbandono e rifiuti, fino al crollo choc
2 Minuti di Lettura
Sabato 3 Marzo 2018, 19:42
OSIMO - Il Comune torna alla carica con la Provincia per non lasciare in stato di abbandono l’ex Itc Corridoni. Il sindaco Pugnaloni il giorno dopo il crollo di una porzione di tetto per le infiltrazioni per le piogge degli ultimi giorni, si è detto «disponibile ancora a farsi carico dell’immobile, abbiamo sempre avuto buoni rapporti con la Provincia proprietario dello stabile, sapeva della nostra offerta di 300mila euro per acquistarlo ma vista la nuova situazione credo sia necessaria una trattativa privata col Comune», perché l’obiettivo non può essere più monetizzare ma quello di non lasciare in abbandono l’ex Corridoni che rischia di diventare anche un pericolo per il rione San Marco. 

Pugnaloni ha riconosciuto che «domenica i tecnici della Provincia sono subito corsi a fare un sopralluogo e ci hanno assicurato che a breve cercheranno di mettere in sicurezza lo stabile». Intanto però chiederà alla Provincia anche «una relazione per capire cosa sia accaduto, quali rischi ci sono e regolarci per una possibile trattativa privata». La polemica però sullo stato di abbandono del palazzo di via Pompeiana divampa. L’ex sindaco Simoncini va all’attacco non della Provincia, quanto del suo successore in Municipio: «Prometteva dialogo istituzionale poiché del Pd e neppure con un’amministrazione provinciale del suo colore politico, di cui ha eletto un consigliere di maggioranza, e senza la tanto temuta neve, crolla il tetto di uno dei palazzi del centro storico più belli». 
Simoncini evidenzia che «la Provincia ci portò davanti al tribunale intimandoci di lasciarlo, nonostante il Comune, occupandolo prima con l’Università in mestieri della musica e dello spettacolo poi con l’archivio storico, ne garantisse la manutenzione». La Provincia lo riprese per metterlo in vendita: «Noi ci opponemmo a farci fare degli appartamenti come ci chiedevano», ricorda Simoncini. 

L’asta che all’inizio fissava il prezzo dell’immobile in quasi un milione di euro è poi scesa a circa 500mila, ma nessuno ha mai presentato un’offerta. Pugnaloni due anni fa ne ripropose 300mila consapevole che almeno altrettanti ne servirebbero per ristrutturare lo stabile: la Provincia non ha mostrato interesse alla proposta. Ora la situazione si è aggravata e la città rischia di perdere uno dei palazzi simbolo. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA