Solo tre medici su 7 al Pronto soccorso di Osimo, in tanti senza il dottore di famiglia

Solo tre medici su 7 al Pronto soccorso di Osimo, in tanti senza il dottore di famiglia
Solo tre medici su 7 al Pronto soccorso di Osimo, in tanti senza il dottore di famiglia
di Giacomo Quattrini
4 Minuti di Lettura
Sabato 17 Dicembre 2022, 08:02

OSIMO - Non solo poliambulatorio da trasferire a San Biagio. La sanità osimana fa discutere anche su altri fronti. In particolare da una parte i medici di famiglia che risultano numericamente dimezzati per i pensionamenti degli ultimi tre anni, dall’altra le difficoltà dell’Inrca di Osimo, sia in termini di risorse umane che di progettualità. L’ospedale di Osimo, passato a fine 2018 da Asur a Inrca, vive una fase di stallo. 

Recanati, vigile del fuoco morto nell'esplosione del silos: chiesti due anni per il titolare della Gfl

I passaggi 

Intanto per il cambio al vertice dell’Istituto di ricerca per anziani.

Finito il mese scorso il mandato pluriennale dello storico direttore generale Gianni Genga, la Regione per ora ha affidato un incarico pro tempore a Andrea Vesprini, che di Inrca era già direttore sanitario. La politica deciderà più avanti, trovata l’intesa, il nome di chi sostituirà Genga nel complicato e delicato traghettamento vero il nuovo Inrca in fase di costruzione all’Aspio. Ed eccolo qui un altro nodo. In attesa di trasferire personale, reparti e macchinari dal Ss. Benvenuto e Rocco all’Aspio, non prima di inizio 2025, tutti si chiedono: che ne sarà poi del vecchio nosocomio di via Leopardi? Il Pd lo ha rilanciato come tema durante la petizione avviata per chiedere ad Asur e Regione di non portare via dal centro il poliambulatorio. La raccolta firme tornerà oggi e domani pomeriggio in corso Mazzini con i dem e anche altre forze politiche che sollecitano i vertici regionali a trasferire non a San Biagio ma al Ss. Benvenuto e Rocco i servizi territoriali, come appunto poliambulatorio e centro di salute mentale, mentre Avis e 118 sono già lì. Proprio in previsione del trasferimento tra due anni dell’Inrca osimano all’Aspio, e della sua fusione con il “fratello” della Montagnola di Ancona, si teme uno stallo su investimenti e progetti a Osimo. Uno su tutti: l’ampliamento del pronto soccorso. Arrivati i fondi dell’ufficio commissariale per la gestione della pandemia nel 2020, di quei circa 200mila euro non se ne è fatto ancora nulla. Dovevano servire per scambiare i locali dell’attuale pronto soccorso con quelli del laboratorio analisi, che meglio si adatterebbero a lavori di ristrutturazione per ospitare camera calda, più sale di attesa e bagni e accessi diversificati per barellati, pazienti Covid e non sospetti Covid. Al momento non c’è un cronoprogramma e si vive di slittamenti e mancati annunci.

I numeri 

Infine la questione personale. Al pronto soccorso di Osimo, l’unico di Inrca visto che alla Montagnola c’è una semplice Accettazione geriatrica d’urgenza, sono presenti appena 3 medici di ruolo sui 7 previsti in pianta organica, compreso il primario Adolfo Pansoni. A turnazione girano 4-5 dottori dell’agenzia privata Res a dare manforte, anche se qualcuno ha avuto modo di notare l’età in qualche caso molto avanzata dei camici bianchi. Carenti a Osimo anche i medici di medicina generale, col rischio che in molti restino senza dottore di famiglia. Stando ai numeri Asur, rispetto al fabbisogno Osimo è priva di sei medici e in proporzione al numero di abitanti vive una situazione più allarmante e di emergenza rispetto ad Ancona, dove ne mancano 7 o a Falconara, dove ne mancano 4, e a Senigallia, dove ne mancano 2. In proporzione peggio in provincia sta solo Filottrano, che ne avrebbe bisogno di 5 e Arcevia di 3.

© RIPRODUZIONE RISERVATA