Focolaio dopo la neve sull’autostrada A14: contagi a raffica tra gli operai

Focolaio dopo la neve sull’autostrada A14: contagi a raffica tra gli operai
Focolaio dopo la neve sull’autostrada A14: contagi a raffica tra gli operai
di Giacomo Quattrini
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Giovedì 11 Marzo 2021, 03:10

OSIMO  - Un focolaio da Covid-19 è esploso durante i lavori di pulizia dell’autostrada per la neve caduta tra il 12 e 14 febbraio. Non è chiaro come sia stato possibile, ma a quanto pare almeno 25 operai che all’alba del 13 febbraio erano andati a spalare nel tratto dell’A14 tra Ancona e Loreto sono poi risultati positivi.

Molti hanno portato inconsapevolmente il virus nelle proprie case, infettando intere famiglie e in alcune circostante registrando decessi di anziani genitori.

Gli operai contagiati fanno riferimento a diverse piccole aziende agricole che, avendo i mezzi appropriati, ottengono commesse per spalare la neve con affidamenti diretti tramite convenzioni con i vari enti competenti delle strade da pulire, dunque Comune, Provincia, Anas o Autostrade per l’Italia, come in questo caso. 


Qualcosa però in quei due giorni non ha funzionato. E oltre al focolaio esploso con diversi problemi di carattere sanitario che hanno fatto schizzare i dati dei positivi in zona, c’è anche l’aspetto economico. Diverse le piccole aziende si sono trovate costrette e fermare l’attività da metà febbraio. E molti gli operai che, lavorando a chiamata e non con contratto fisso, non percepiscono più un euro dalla quarantena. A questo si aggiunge la lentezza cronica dei tracciamenti Asur. Come segnala uno degli operai, osimano e padre di famiglia, che preferisce restare anonimo: «Ogni venerdì facevamo i tamponi per controllarci e quindi eravamo andati quel sabato in A14 relativamente tranquilli, c’erano però addetti mai visti prima, di ditte fuori zona e che non so se, come noi, avessero svolto il tampone, ma al di là di questo, il problema ora è più economico». 


L’operaio osimano, saputo di un collega positivo, fece il test rapido il 18 febbraio alla Bios in forma privata, senza attendere la chiamata di Asur per il tracciamento. Quel test risultato poi positivo fa scattare il protocollo col medico di famiglia che avvisa il Dipartimento prevenzione Asur per predisporre il molecolare. Il problema è che il tampone gli viene fatto solo il 28 febbraio, con riscontro positivo, e così per Asur la quarantena parte dall’1 marzo e non il 18 febbraio, quando l’operaio si è autoisolato per il test rapido. «Mi hanno fatto perdere 10 giorni di lavoro, stando ad Asur allora –lamenta l’operaio- sarei potuto circolare dal 18 al 28 febbraio».

Oggi scadrebbero i 21 giorni dopo i quali l’osimano potrebbe uscire dalla quarantena, «invece Asur ci ha fatto sapere che il certificato di guarigione mi verrà consegnato il 21 marzo». Un cortocircuito burocratico che è già noto ma che in alcuni casi come questo espone i cittadini anche a gravi difficoltà economiche: «Lavoro a giornata per piccole aziende come quel giorno in A14, da metà febbraio non ho reddito» denuncia l’operaio. Ne frattempo i contagi in Valmusone tornano a crescere: stando al portale della Regione, ieri Osimo aveva 495 positivi e 866 quarantene, Castelfidardo rispettivamente 280 e 536, Loreto 124 e 199. Ma preoccupano anche Camerano a 103 contagi e Offagna a 34, 4 in più di Numana che ha quasi il doppio dei residenti.

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