In casa sessanta piante di marijuana: condannato a 2 anni, assolto il padre

In casa sessanta piante di marijuana: condannato a 2 anni, assolto il padre
In casa sessanta piante di marijuana: condannato a 2 anni, assolto il padre
2 Minuti di Lettura
Sabato 1 Febbraio 2020, 07:50
OSIMO  - Oltre 60 piante di marijuana stipate nella stanza di un appartamento. Era stato questo il valore del sequestro operato dai carabinieri della Compagnia di Osimo che lo scorso ottobre aveva fatto scattare le manette per padre e figlio con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. A tre mesi dall’arresto, è arrivata la sentenza del giudice Alberto Pallucchini dopo la decisione della difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Mengoni, di procedere con il rito abbreviato. Solo il più giovane, 35 anni, è stato condannato: due anni di reclusione. 

Il padre, 64enne, è stato assolto per non aver commesso il fatto. A inchiodare il 35enne è stato l’esito della perizia affidata al tossicologo Rino Froldi per analizzare il valore del thc delle piante. È emerso che quasi la totalità della marijuana sequestrata avesse un contenuto di thc dell’1%. Troppo alto per essere coltivata e prodotta. In realtà, stando alla versione difensiva, l’intenzione del 35enne (disoccupato) sarebbe stata quella di dare vita a piante di cannabis light per uso personale. Tanto che, all’epoca del blitz, i militari osimani avevano anche trovato i semi necessari alla crescita delle piantine. Fin dall’arresto, è stato il più giovane della coppia – di origine romana – ad addebitarsi le responsabilità legate alla coltivazione. 

Il blitz nell’appartamento di rione Borgo San Giacomo era scattato dopo vari servizi di appostamento che avevano rilevato l’ingresso di possibili clienti nella stanza trasformata a serra. I carabinieri avevano trovato 67 vasi con piantine di marijuana di varie dimensioni per un totale di circa 2 chili di erba. Erano state sequestrate anche lampade alogene e altro materiale ritenuto utile per la coltivazione della droga, nonché la somma di quasi 6 mila euro in contanti. 

Già nove anni fa, padre e figlio erano finiti nei guai per lo stesso motivo, quando ancora abitavano a Roma. Anche il processo era finito allo stesso modo di quello che si è concluso ad Ancona: il 64enne era stato assolto, il 35enne condannato. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA