Bocciato il permesso sosta al fisioterapista. Le Civiche vanno all'attacco: «Aiuto negato a Simoncini»

Bocciato il permesso sosta al fisioterapista. Le Civiche vanno all'attacco: «Aiuto negato a Simoncini»
Bocciato il permesso sosta al fisioterapista. Le Civiche vanno all'attacco: «Aiuto negato a Simoncini»
di Giacomo Quattrini
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Venerdì 26 Marzo 2021, 04:45

OSIMO - Aveva chiesto un permesso sosta temporaneo per l’assistenza domiciliare, ma gli è stato negato dal comandante della polizia locale di Osimo. Scoppia il caso sull’ex sindaco e attuale consigliere comunale delle Liste civiche Stefano Simoncini, che sui social ieri ha rivelato la risposta negativa del comandante Daniele Buscarini al pass sosta sotto casa, in via Trento.

Le Liste latiniane sono subito andate all’attacco: «Il Comune nega l’aiuto a Stefano, l’umanità e il buon senso dove sono finite? Quando era sindaco lui non sarebbe successo».

A chiarire i contorni della delicata vicenda, che ha creato un vespaio di polemiche con critiche anche feroci all’amministrazione comunale, ci ha pensato lo stesso Simoncini, che tutt’oggi è costretto alle cure domiciliari ad un anno esatto da quando il Covid lo costrinse in rianimazione a Torrette. 


«Ricevo a casa otto sedute a settimana di fisioterapia più tre infermieristiche, quando devo uscire posso solo con l’ambulanza in lettiga» rivela l’ex sindaco uscito dall’Istituto Santo Stefano di Potenza Picena tre mesi fa e ancora oggi costretto a lavorare a ritmi ridottissimi da casa. «Dovrò sottopormi ad altri interventi ortopedici, non riesco a camminare, dovrò ancora usare la sedia a rotelle per un po’, mi hanno concesso l’invalidità al 100% per un anno» ha aggiunto Simoncini. Per questo «a fine novembre in previsione delle dimissioni dal Santo Stefano avevo chiesto il permesso sosta davanti casa per l’assistenza sanitaria domiciliare, perché –spiega- dato che c’erano già delle strisce pedonali fatte per un cantiere, c’era posto disponibile, altrimenti in via Trento non ci sarebbe la necessaria larghezza della strada».

Nel frattempo il cantiere edile è finito, con via Trento, la stradina che porta da Largo Vittorio Veneto al cimitero del Borgo, tornata alla normalità, «ma –insiste Simoncini- siccome ci sono le zebre prima e dopo casa mia, chi passeggia nel marciapiede davanti casa può andare sul lato opposto e lasciare qui sotto lo spazio per la sosta», solo che «il comandante dei vigili ha detto che si sarebbe creato un precedente quindi va bene così». L’assessore alla viabilità Federica Gatto, a chi sollecita sindaco e giunta a intervenire, ha precisato che «ci sono Codice della strada e norme comunali che vanno rispettate, non è una questione politica, è il comandante che segue la pratica a firmare i permessi, non un amministratore, sarebbe abuso d’ufficio». In sostanza non ci sono sufficienti spazi in larghezza per la sosta in via Trento, anche perché nelle vicinanze c’è disponibile il parcheggio del cimitero.


Intanto un’altra vicenda legata ai pass sosta per invalidi è finita invece col lieto fine, quella dell’osimana Ombretta Guercio, 69 anni. A inizio febbraio su queste colonne raccontò l’impasse burocratico per il rinnovo del permesso, negato dal medico legale della Asl osimana nonostante l’Inps gli avesse aumentato l’invalidità dal 66 al 75% assicurandole pure la carrozzina. Il 15 marzo l’Inps ha trasmesso il verbale della commissione medica superiore di Ancona certificando ad Orietta un ulteriore aumento dell’invalidità all’80%, con relativo permesso per posteggio e transito disabili.

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