L’azienda bluffa sulla cassa integrazione: tutti i dipendenti erano al lavoro, scattano due denunce

L’azienda bluffa sulla cassa integrazione: tutti i dipendenti erano al lavoro, scattano due denunce
L’azienda bluffa sulla cassa integrazione: tutti i dipendenti erano al lavoro, scattano due denunce
di Teodora Stefanelli
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Venerdì 26 Novembre 2021, 11:11

OSIMO  - Tutti e quindici gli operai risultavano in cassa integrazione Covid quando, in realtà, erano regolarmente al lavoro La Guardia di Finanza di Osimo ha denunciato una coppia di coniugi, responsabili di una società osimana che si occupa di manutenzione impianti, per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Stando a quanto ricostruito nelle indagini delle Fiamme Gialle il danno stimato alle casse dell’Inps ammonta a 52mila euro. 

 
La ditta osimana avrebbe usufruito degli ammortizzatori sociali erogati dallo Stato per far fronte alla crisi economica determinata dall’emergenza epidemiologica richiedendo l’integrazione salariale per tutti i suoi dipendenti, i quali erano stati indicati come sospesi dal lavoro a causa della pandemia nei mesi di marzo, aprile e maggio del 2020. Dalle indagini dei finanzieri è emerso come, in realtà, l’azienda in questione avesse in quello stesso periodo emesso diverse fatture relative ad interventi prestati ai clienti. I lavori sarebbero stati eseguiti proprio dagli operai della società che, al contrario di quanto indicato nelle richieste di Cassa integrazione presentate all’ente previdenziale, avevano continuato a lavorare negli stessi giorni per i quali era stata richiesta l’integrazione del salario.


Inoltre, dalle verifiche sulla presenza dei manutentori nei luoghi e nelle date di esecuzione dei lavori, nonché dai documenti contabili e dalle dichiarazioni rese dai fornitori, dai clienti dell’azienda, e dalle persone informate sui fatti era chiaro come i dipendenti, in realtà, fossero in piena attività in quei giorni.

Così facendo l’impresa, che contrariamente a quanto attestato non aveva interrotto l’attività né avuto un calo di lavoro, aveva trovato il sistema per non sostenere il costo del personale continuando a fatturare anche nel periodo del lockdown dello scorso anno. Al termine delle indagini la Tenenza della Guardia di Finanza di Osimo ha denunciato i responsabili dell’azienda di manutenzioni per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (reato che prevede la pena della reclusione da sei mesi a tre anni). Il Giudice per le indagini preliminari di Ancona, su richiesta della Procura della repubblica di Ancona che ha coordinato le indagini, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo per l’intero valore indebitamente percepito che è stato eseguito sulle disponibilità finanziarie e su un immobile riconducibile agli indagati. 


«Operazioni come queste - fanno sapere le Fiamme Gialle - hanno l’obiettivo di garantire il corretto impiego delle risorse che lo Stato destina a supporto delle fasce e di quei soggetti maggiormente colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia, evitando la dispersione di risorse, benefici e forme di aiuto nell’interesse dei soggetti che ne hanno invece diritto, oltre che bisogno».

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