Assalto all’azienda del patron Marconi
Rays nel mirino, 60mila euro di danni

Assalto all’azienda del patron Marconi Rays nel mirino, 60mila euro di danni
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Venerdì 12 Ottobre 2018, 05:40
OSIMO -  C’è una banda (o forse più di una) che sta mettendo in ginocchio le imprese della provincia anconetana. Dalla Vallesina a Osimo, l’ondata di furti sembra inarrestabile. Nel mirino è finito pure il patron dell’Anconitana, Stefano Marconi, che ieri mattina è rimasto a bocca aperta di fronte ai danni ingenti causati nello stabilimento cosmetico della sua azienda, la Rays Spa di via Giolitti, ad Osimo Stazione. 

 

Il capannone da 2500 mq, sede di uffici e dell’attività produttiva, è stato saccheggiato nella notte fra mercoledì e giovedì. Un colpo da 25-30mila euro: sono spariti quattro computer e una costosissima lavagna luminosa utilizzata per le proiezioni e le presentazioni, ma l’inventario è ancora in corso. Poi ci sono i danni: circa 60mila euro, secondo una stima al ribasso. Prima di fare irruzione alla Rays, i malviventi hanno visitato la sede marchigiana del Gruppo Argenta, specializzato nel settore della distribuzione automatica di caffè e snack: hanno girato le telecamere e poi, armati di piede di porco, sono entrati forzando una finestra, hanno svuotato le cassette di sicurezza dei distributori e frugato fra i cassetti a caccia di denaro. Se ne sono andati con un bottino di circa 4mila euro. 
Il colpo grosso, però, l’hanno messo a segno cento metri più avanti, all’interno del nuovo stabilimento cosmetico della Rays (accanto alla sede centrale), dove si realizzano prodotti per il corpo griffati Dermarays, Acantha, Iodase e Iodex. «Sono esterrefatto, siamo in mano a bande di professionisti che non hanno nulla da perdere», commenta a caldo Stefano Marconi, fondatore della Rays e co-presidente dell’Anconitana insieme al figlio Andrea. «La cosa più grave è che la produzione al momento è bloccata e sono spariti computer che contenevano file importanti e progetti di lavoro: speriamo di recuperarli in qualche modo. Per i danni esiste apposta l’assicurazione, ma la tranquillità, dopo un episodio simile, non te la restituisce più nessuno».

La pericolosità della gang è confermata dalla violenza del blitz. Per intrufolarsi nell’azienda dell’imprenditore anconetano, i banditi si sono serviti di piedi di porco con cui hanno divelto una vetrata al piano terra. Hanno distrutto le telecamere di videosorveglianza e disattivato l’impianto d’allarme. Piombati negli uffici, hanno rotto porte, finestre e suppellettili per impossessarsi di quattro computer Mac, del valore di oltre tremila euro l’uno, che contenevano importanti documenti e progetti, frutto di mesi di attività, a cui lavoravano grafici e ingegneri che si stavano preparando ad un vertice nazionale in programma la prossima settimana. Non contenti, hanno indirizzato la loro attenzione verso una lavagna luminosa del valore di oltre 10mila euro, utilizzata per le proiezioni. 
Probabilmente l’hanno caricata a bordo di un furgone con cui si sono dati alla fuga, lasciandosi alle spalle danni stimati in 50-60mila euro. Sul doppio furto ad Osimo Stazione indagano i carabinieri di Osimo che stanno analizzando i filmati delle telecamere nella speranza di ricavare almeno i frame iniziali del loro arrivo. Potrebbe trattarsi dello stesso gruppo criminale, costituito probabilmente da malviventi dell’Est Europa, che nelle notti scorse ha saccheggiato (o almeno ha tentato di farlo) una dozzina di aziende fra Jesi e Osimo per un bottino complessivo da centinaia di migliaia di euro. 
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