«Non posso più vedere mia madre, datele un appartamento adeguato»

Emanuele D’Alessandro
Emanuele D’Alessandro
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Giovedì 30 Luglio 2020, 06:55

OSIMO  - «Date a mia madre malata una casa adeguata così anche io, disabile, posso andare a trovarla». È il disperato appello di Emanuele D’Alessandro, 23 anni, costretto sulla sedia a rotelle fin da bambino e che da oltre un anno è andato a vivere dai nonni a Caserta perché la mamma ad Osimo, ammalata, sta in una casa popolare senza ascensore, e troppo piccola per conviverci cinque persone, una oltretutto in carrozzina.

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«Anche mia madre è malata e ha gravi difficoltà a deambulare, l’anno scorso - racconta Emanuele- l’hanno ricoverata per mesi a Torrette e io sono stato costretto ad andare dai nonni a Caserta anche perché nel frattempo si è pure rotto l’ascensore condominiale e mamma la riportarono su in barella, anche ora le scale non riesce a farle ed è sempre chiusa in casa. Erap e Comune l’anno scorso fecero un sopralluogo ma non è ancora cambiato nulla e mia madre ancora non l’ho potuta riabbracciare». La mamma di Emanuele, Angela De Fusco, a settembre 2019 raccontò su queste colonne la sua storia appellandosi ai servizi sociali e all’Erap per avere un cambio dell’alloggio.
Poi quest’anno, proprio durante il Covid, si è sposata col suo compagno per regolarizzare la convivenza e ha bissato quell’appello. Sono trascorsi altri mesi e la situazione non è cambiata. Così da Caserta il figlio disabile ha preso carta e penna scrivendoci la storia dal suo punto di vista e chiedendo di renderla pubblica. 
Non solo dunque una mamma che per le difficoltà a deambulare è costretta in casa, ma anche il figlio 23enne che da un anno vorrebbe andare a trovarla, dormire da lei e che invece non trova una soluzione plausibile. «Il 15 agosto mia sorella ad Osimo si sposa ma non posso salire - dice Emanuele - perché non so dove alloggiare, alcuni amici si sono proposti ma con la carrozzina è tutto più complicato, non ci sono soluzioni adeguate e non posso permettermi un albergo vista la piccola pensione di invalidità che prendo».

 

Emanuele racconta di aver scritto al sindaco Pugnaloni, ad Erap, ai servizi sociali, alla segreteria del Comune ma attende ancora risposta. «Ci hanno solo detto che siamo morosi, e che non possiamo avere aiuti, di aspettare per il cambio di casa, nel frattempo ci lasciano così, in balia degli eventi» ha detto il ragazzo. Che ad Osimo è stato spesso ospite dell’associazione Roller House: «La frequentavo sempre -ricorda Emanuele- mi mancano tanto i miei amici lì, i volontari si sono messi all’opera per trovarmi una sistemazione, alcuni si sono offerti di ospitarmi, ma ci sono barriere ovunque, io e mia madre siamo disabili e per la società rappresentiamo solo un peso invisibile, spero che qualcuno capisca tutta la tristezza che ho nel cuore a 400 km di distanza da tutti».

Emanuele ha dovuto trasferire la residenza a Caserta per avere tutti i servizi di assistenza sociale e medica ed è lì che gli amici della Roller House andranno presto a trovarlo in pullman. «Non pretendo una casa per me a Osimo, non posso tornare ed essere un peso per la mia famiglia, chiedo solo un cambio di alloggio per mia madre in modo tale che possa vivere dignitosamente e a volte ospitarmi quando vado a trovarla» ribadisce il ragazzo.

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