Offagna, furbetto del cartellino a processo
e anche il Comune ora batte cassa

Offagna, furbetto del cartellino a processo e anche il Comune ora batte cassa
di Federica Serfilippi
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Giovedì 4 Ottobre 2018, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 10:34
OFFAGNA - Da una parte la causa civile dove verrà discussa la legittimità del licenziamento deciso dall’Amministrazione comunale dopo l’indagine della Guardia di Finanza e il rinvio a giudizio decretato dal giudice lo scorso gennaio. Dall’altra, l’inizio del processo penale che tratterà due capi d’accusa: truffa aggravata e violazione della legge Brunetta, entrambi derivati dal presunto assenteismo che la procura dorica contesta a un ex dipendente del Comune di Offagna. Che ha chiesto anche un risarcimento danni
  
 
L’uomo, che ha cambiato nel tempo settori di competenza, vedrà scivolare il suo destino in due ambiti diversi, ma strettamente collegati tra loro, nell’arco di una settimana. Per il 6 novembre è prevista la prima udienza di fronte al giudice monocratico. Nel penale verrà difeso dall’avvocato Marianna Fioretti. Il procedimento civile è fissato per il 30 ottobre. In questo caso, l’ex dipendente sarà assistito dal legale Bernardo Becci. In tutti e due i contesti, attraverso gli avvocati Andrea Bordoni e Chiara Ceccolini, parteciperà il Comune di Offagna. Si è già costituito parte civile durante l’udienza preliminare.
 
È stato chiesto un risarcimento danni di 609 euro, somma derivata dal conteggio delle ore in cui l’imputato si sarebbe allontanato dalla sua scrivania senza timbrare il cartellino.
Chiesta una cifra forfettaria per i presunti danni d’immagine creati all’Amministrazione comunale. I fatti si sono svolti tra il gennaio e il settembre 2016, periodo a cavallo tra il sindaco Stefano Gatto e il commissario prefettizio Francesca Piccolo. Erano state due lettere anonime che denunciavano il comportamento tenuto dall’ex dipendente a far scattare le indagini delle fiamme gialle.
Da quanto emerso dagli appostamenti eseguiti dai militari, l’uomo sarebbe uscito dal suo ufficio senza motivo e senza timbrare il cartellino. L’imputato avrebbe perso tempo fuori dal palazzo comunale, raggiungendo spesso il circolo Acli del paese delle feste medievali, ma anche la Pro Loco. Sarebbe stato anche visto, ma tutto sarà da dimostrare in udienza, fermarsi a chiacchierare in piazza. In tutto, sono 28 le ore non lavorate che la procura contesta all’ex impiegato che, all’epoca dell’inchiesta, avrebbe avuto ancora cento giorni di ferie da smaltire.
 
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