Mimmo Strazzullo, 47 anni, animatore della Riviera del Conero, stroncato da un malore

Addio Mimmo Strazzullo, storico animatore della Riviera del Conero: stroncato da un malore, aveva 47 anni
Addio Mimmo Strazzullo, storico animatore della Riviera del Conero: stroncato da un malore, aveva 47 anni
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Giovedì 8 Aprile 2021, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 08:35

NUMANA  - Il mondo dell’animazione turistica in lutto. A soli 47 anni si è spento Domenico “Mimmo” Strazzullo, colonna portante del Santa Cristiana e poi del Nino de Fuego. Conosciutissimo in Riviera, era arrivato da Napoli appena sedicenne per lavorare come animatore nel villaggio turistico di Marcelli di Numana.

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Una morte improvvisa che ieri ha lasciato tutti di stucco, soprattutto per la modalità in cui è avvenuta. Atleta tesserato dal 2007 nel team Grottini di Recanati, il suo cuore ha smesso di battere per un malore, si ipotizza un infarto, mentre si trovava a Marina di Lesina, in Puglia, dove gestiva il villaggio Albatros. Proprio in considerazione della giovane età e dello status di sportivo, le autorità giudiziarie hanno disposto ulteriori accertamenti sulla salma che, dopo l’autopsia, sarà trasferita a Napoli per il rito funebre ed essere tumulata nella tomba di famiglia.

Classe 1974, Mimmo aveva mosso i primi passi come animatore al Santa Cristiana fino a diventare capo villaggio della struttura. Una lunga esperienza affiancata dagli studi universitari in giurisprudenza, che negli anni lo avevano portato a farsi strada nel settore turistico guadagnandosi l’incarico di manager della catena Bestar Hotels & Resorts. Si trovava in camera da letto nel villaggio che gestiva sul Gargano quando ha accusato il malore che gli è stato fatale. «Sportivo, sempre in forma, benvoluto da tutti – lo ricorda un amico con cui aveva condiviso i tempi d’oro del Santa Cristiana -. Dietro i suoi frequenti rimproveri ai ragazzi dell’animazione, c’era un cuore buono. Quel cuore che lo ha tradito, vittima di un infarto. La notizia ha fatto il giro d’Italia, dove vivono le centinaia di ragazzi che hanno lavorato con lui» e oggi, increduli, lo piangono.

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