Troppi cinghiali nel Parco, 30 volontari per la cattura. Trappole sì, ma niente carabine

Troppi cinghiali nel Parco, 30 volontari per la cattura. Trappole sì, ma niente carabine
Troppi cinghiali nel Parco, 30 volontari per la cattura. ​Trappole sì, ma niente carabine
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Giovedì 14 Gennaio 2021, 01:50

NUMANA  - Il Parco del Conero schiera 30 nuovi volontari per la cattura dei cinghiali. Una misura ulteriore per il contenimento della popolazione di ungulati, stimata in 202 esemplari nell’ultimo censimento del 2019, che secondo le disposizioni dell’Ente verrà effettuata tramite trappole e non con i selettori armati di carabina.

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Lo ha deliberato, nella seduta del 15 dicembre, il consiglio direttivo del Parco che dal 2008 attua il Piano di gestione dei cinghiali nei territori di competenza, fra le cui attività rientrano sia il trappolaggio che l’abbattimento dei capi con selecontrollo, in osservanza alle normative vigenti sulle aree protette, la protezione della fauna selvatica ed il prelievo venatorio.


Rispetto ai 242 esemplari del 2008, con numeri in crescita fino al 2011 ed un picco di 648 capi nel 2009, i dati diramati dal Parco «mettono in evidenza come la consistenza complessiva di popolazione stimata del 2019 (202) appaia sostanzialmente la medesima del 2018 (192)».

Tuttavia, proseguono il vicepresidente Andrea Montresor ed il direttore Marco Zannini, il 2020 «è stato un anno anomalo con una riduzione dell’attività di selezione dovuta ai restringimenti per contrastare la pandemia da Covid-19». Una circostanza che «fa presupporre per l’anno 2020 un possibile aumento dei cinghiali all’interno del Parco e come si sta già verificando un aumento delle presenze nelle zone più antropizzate». Per fronteggiare questa realtà il direttivo ha dunque approvato un nuovo bando volto alla formazione di 30 volontari da coinvolgere nella cattura mediante trappole. Uno strumento «fondamentale per potenziare l’eradicazione proprio nelle zone più antropizzate dove il selecontrollo con carabina risulta impraticabile per motivi di sparo in sicurezza».


La convivenza fra ungulati e cittadini è diventata negli ultimi anni un problema molto sentito nei Comuni del Conero dove le segnalazioni di interi branchi lungo le strade, anche a ridosso di centri abitati, si stanno moltiplicando. Fra queste quella del numanese Giuseppe Monaco, responsabile della comunicazione nella precedente Amministrazione Tombolini, che il 4 gennaio ha rivolto alle istituzioni la richiesta di «tutelare la pubblica incolumità sollecitando il Parco del Conero all’invio di una squadra di selettori». 


Appello raccolto dal consigliere regionale in quota Lega Mirko Bilò che si è fatto promotore dell’istanza con il Parco. «Mi attiverò presso l’Ente riguardo questa situazione di libera circolazione di numeri importanti di cinghiali in ambito cittadino» ha ribadito ieri sui social pubblicando la risposta dell’Ente. 

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