NUMANA - Il blitz a Marcelli era scattato in pieno inverno, poco prima delle vacanze di Natale e dopo una serie di appostamenti eseguiti dai carabinieri. I sospetti che l’albergo monitorato potesse essere un’alcova del sesso si erano insinuati a causa del via vai che gli investigatori avevano notato nei pressi della struttura, particolarmente attiva nonostante il periodo invernale.
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Una volta eseguita la perquisizione all’interno dell’hotel situato a pochi passi dal mare, i carabinieri della Compagnia di Osimo avevano trovato una sorta di casa di tolleranza con all’interno due sorelle di origini brasiliane, regolari sul territorio italiane. Stando agli inquirenti, le due ricevevano decine di clienti al giorno nelle stanze prese in affitto appositamente per prostituirsi. All’epoca del blitz, le due erano state trovate in compagnia di altrettanti uomini.
Nei guai era finito il titolare dell’hotel: un anconetano di 58 anni. L’uomo è stato condannato in abbreviato a scontare un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa, per il reato di favoreggiamento della prostituzione.
Struttura double face
D’inverno, invece, l’altra faccia dell’albergo, che si sarebbe trasformato in una casa d’appuntamenti a disposizione delle squillo con tanto di tariffario per le prestazioni offerte. Cento euro la cifra media sborsata dai clienti, soprattutto uomini d’affari e liberi professionisti in cerca di privacy in un’area, quella di Marcelli, non particolarmente battuta nei mesi invernali. Secondo l’ipotesi dei carabinieri, inoltre, ci sarebbe anche stato un veloce turnover delle squillo, tutte giovani e provenienti principalmente dal sud America. La zona del Conero, d’inverno, è stata più volte monitorata dagli investigatori per sgominare la rete di prostituzione. Poco dopo il blitz in albergo, i militari avevano scoperto a Numana una dominicana in un appartamento preso in affitto per il meretrico. Anche in quel caso, il proprietario dell’abitazione era stato denunciato per favoreggiamento.
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