«Non c’è più il pediatra a Fabriano
costretta a portare mia figlia a Jesi»

«Non c’è più il pediatra a Fabriano costretta a portare mia figlia a Jesi»
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Venerdì 19 Aprile 2019, 06:20
FABRIANO - «I bambini hanno diritto di avere h24 nella città in cui domiciliano assistenza medica. Sono indignata, perché non dico un intero reparto se non si può, ma almeno un pediatra reperibile ci deve essere tutto il giorno». È lo sfogo di una mamma che, con una bambina piccola, è dovuta andare all’ospedale di Jesi. Le cause?

 

Con la chiusura del punto nascita, infatti, a Fabriano non solo non si nasce più, ma è stato ridotto notevolmente il servizio pediatrico tanto che in reparto, ora diventato ambulatorio, c’è un medico circa 6 ore al giorno. Nelle altre ore, se ci sono emergenze, bisogna raggiungere l’ospedale più vicino: Jesi o Branca-Gubbio. Pochi giorni fa l’ultimo caso della mamma che è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Profili che poi, dopo valutazione, hanno riferito alla donna di rivolgersi all’Urbani di Jesi visto che a Fabriano non avrebbero potuto ricoverarla. Una situazione non di emergenza, ci tengono a sottolineare dall’Unità operativa d’urgenza della città della carta, che comunque ha portato disagi alla paziente e ai familiari vista la situazione della statale 76 che è un cantiere.
Il clima
«Cosa sarebbe successo se fosse stato inverno con le condizioni meteo poco favorevoli che chiaramente rallentano l’andamento dei mezzi? È inammissibile» conclude la mamma. Ora la piccola è in osservazione breve all’ospedale di Jesi, sta meglio. Fa riflettere, comunque, il depotenziamento dell’ospedale Profili soprattutto nell’ambito materno infantile sotto gli occhi dei riflettori da ormai molti anni. Sono tanti i genitori preoccupati. 
Oggi, intanto, si riunisce la commissione per esaminare i 35 pediatri che hanno presentato domanda per il bando indetto dalla Regione Marche per l’assunzione a tempo indeterminato di specialisti. Corsa contro il tempo per trovare almeno 5 pediatri che permetterebbe al reparto dell’ospedale Profili di sopravvivere.
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