Niente più suor Angela a Fabriano
ora va in scena la bagarre politica

Niente più suor Angela a Fabriano ora va in scena la bagarre politica
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Venerdì 24 Agosto 2018, 06:25
FABRIANO - «Problemi di budget». Poche parole, nella missiva inviata al Comune di Fabriano, per spiegare i motivi per cui le riprese della quinta serie di “Che Dio ci aiuti” non verranno girate nella città della carta. Prima a luglio e poi a settembre, il set avrebbe dovuto immortalare Elena Sofia Ricci nei panni di suor Angela e il suo convento nel centro storico di Fabriano. 
Poi per questioni economiche è saltato tutto. Perso un giro d’affari superiore alle 100mila euro. Una questione di soldi, all’origine del dietrofront di Lux Vide, la società di produzione con sede a Roma. Il soggiorno di tutto il set a carico della città tra i motivi del forfait della fiction nonostante l’annuncio della Regione Marche che ha garantito 200mila euro di contributi pur perdendo gli spot promozionali su Rai1 in prima serata a ridosso dello sceneggiato.

 

Tante le polemiche. Andrea Giombi, Fabriano Progressista, prepara un’interpellanza per capire «cosa è successo e quali sarebbero state le spese di pernottamento che il Comune avrebbe dovuto pagare». Amareggiato il segretario del Pd, Francesco Ducoli, che sottolinea come, con questa decisione, «si perde un grande veicolo di visibilità, soprattutto oggi che il turismo deve essere considerato un nuovo ambito tutto da incentivare e potenziare. Perdiamo opportunità su opportunità, perché l’Amministrazione – rimarca Ducoli - è più concentrata ad addossare la colpa ad altri piuttosto che rimboccarsi le maniche per fare qualcosa. Si sono minacciate azioni legali, avvocati, risarcimenti invece che cercare una soluzione e questo è il risultato. Via la città della cultura, via la Dop sul salame, via l’azienda agraria, via la fiction. La mentalità del non-fare è immediata, semplice, gratuita. Lavorare sodo per migliorare richiede sforzo e fatica». Il sindaco, Gabriele Santarelli, intanto, precisa che «il Comune ha fatto tutto ciò che poteva fare e ora studia di affidarsi ai legali per tutelare il nome della città». 
Che la serie tv sia di successo lo dicono anche i numeri delle repliche. Questi giorni, su Rai1, alle ore 11,30 va in onda “Don Matteo”, sempre della Lux Vide, prima ambientato a Gubbio e ora a Spoleto: la serie raccoglie quasi il 20% di share e più di 1,5 milioni di telespettatori. Alle 14 arriva “Che Dio ci aiuti” che supera il 15% di share. L’anno scorso la troupe della Lux Vide e il cast con Terence Hill e Nino Frassica, solo per fare un esempio, sono tornati a Spoleto. Ad ospitare i set sono stati tra gli altri piazza Duomo, il teatro Romano, il Caio Melisso e l’ospedale San Matteo. Luoghi che hanno beneficiato di un aumento di popolarità e di un’esposizione mediatica sulla Rai. 

Ecco perché l’Amministrazione, come si legge nella determina 901, ha deciso di erogare un contributo di 90mila euro utilizzato dal ConSpoleto per sostenere le spese legate alle riprese e al pernottamento in città dei professionisti della Lux Vide. «Si tratta di somme finanziate dall’imposta di soggiorno, percepite dal Comune, ma da destinare ad attività culturali promozionali e di marketing territoriale» si legge nel documento. Il primo blocco, dal 4 al 24 giugno 2017, ha comportato un costo di circa 45mila euro di cui circa 15mila per i pasti e 30mila per l’ospitalità alberghiera. Complessivamente le camere occupate sono state oltre 120. «Una sconfitta – ha detto l’assessore regionale Moreno Pieroni. – Noi avevamo messo sul tavolo 200mila euro. Era una grande opportunità per una città in crisi che sta investendo sul turismo».
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