«Hanno taniche di vino, ragazzi ubriachi padroni di piazza del Papa». Operatori e residenti esasperati da baby gang, bulli e violenti. Ecco cosa chiedono

«Hanno taniche di vino, ragazzi ubriachi padroni di piazza del Papa». Operatori e residenti esasperati da baby gang, bulli e violenti. Ecco cosa chiedono
«Hanno taniche di vino, ragazzi ubriachi padroni di piazza del Papa». Operatori e residenti esasperati da baby gang, bulli e violenti. Ecco cosa chiedono
di Teodora Stefanelli
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Giovedì 31 Marzo 2022, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 15:16

ANCONA - Tre risse in 48 nello scorso fine settimana. Piazza del Papa sempre più divisa tra chi pretende di lavorare senza restrizioni di spazio e tempo e chi, invece, vorrebbe vedersi garantito il diritto al riposo. Residenti e operatori a confronto. Il minimo comune denominatore sembra essere quello della ricerca di una soluzione al problema del degrado e delle risse sotto la statua di Clemente XII. Solo nell’ultimo weekend, infatti, se ne sono contate tre in due giorni. 

L'ultima follia dei bulli: bivaccano sui balconi di un centro commerciale e lanciano bottiglie e mattoni sulle auto

 
Lo sfogo 
«Con l’ordinanza e le nuove regole anti-degrado urbano – dice Stefano Sebastiano, gestore del bistrot La Dama - si sarebbero dovute colpire le persone che lasciano in giro le bottiglie e che bevono per strada. Ma per sanzionare bisogna prima controllare la piazza. Sabato ho visto con i miei occhi giovani che andavano in giro con le taniche di vino e che tenevano in mano le buste piene di birre acquistate non so dove consumandole vicino ai gradini del mio locale. E poi, quando c’è stata la rissa, è scattato il classico fuggi fuggi ed è rimasto solo un ragazzino imbrattato di sangue che - ha detto- non era suo. Insomma, scene assurde ed è irreale che un branco di ragazzini tengano sotto scacco quello che è considerato il salotto buono della città». 
Poi aggiunge: «Noi stiamo rispettando l’ordinanza, facciamo sacrifici ma tutti devono fare la loro parte.

Non si combatte il degrado mettendo i bastoni tra le ruote agli esercenti. Servono pene più dure per chi sbaglia». Sull’ipotesi piazza a numero chiuso dice: «Si sposteranno da un’altra parte a fare confusione. Proprio come quando c’era il lockdown che andavano al porto a bere perché tutti gli altri locali della città erano chiusi». Di tutt’altro avviso è Dario Argenziano, titolare del JetSet: «I locali – spiega - aprono alle sei di pomeriggio e dobbiamo lavorare bene da quell’ora e sfruttare al meglio il tempo che ci è concesso. Io non mi sento danneggiato dall’ordinanza. È stata stabilita da chi amministra questa città ed è importante focalizzarsi sulla soluzione e avere una piazza appetibile. Cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio rispettando tutte le normative, sempre». I residenti chiedevano di poter dormire sonni tranquilli. E con la nuova ordinanza si sentono maggiormente tutelati. 


Le restrizioni
Ma questo non basta: «Si intravedono i primi risultati – dichiara Renato Acqua Era, avvocato e portavoce del Comitato dei residenti di piazza del Papa – ma anche venerdì sera c’è stata un’aggressione violenta in via degli Orefici quindi non ci si può fermare. Siamo lieti di sapere che prefetto e questore abbiano preso in considerazione l’idea dei varchi ai lati della piazza. L’avevamo proposto inizialmente e, se verrà messa in campo questa misura, non potremmo esserne più lieti». Il problema «non sono gli esercenti, sia chiaro. Non ce l’abbiamo con loro chiediamo solo il rispetto delle regole, soprattutto quando si tratta della musica». Concetto che ribadisce anche Fabio Pigliapoco, residente e membro del Comitato: «Dobbiamo passare alla piazza a numero chiuso – dice – incoraggiamo le autorità ad andare oltre. È l’unica maniera per superare il problema. Ora con il Comitato abbiamo un assetto giuridico quindi da adesso in poi i residenti devono essere ascoltati quando si parla della piazza e non solo gli esercenti. Se si parla di piazza del Papa, non siamo fantasmi e abbiamo il diritto assoluto di essere ascoltati». Chiarisce: «I residenti non vogliono nulla di speciale, solo che la legge sia applicata». Poi fa un esempio: «Tutti i bar hanno le casse poste esternamente. Non ci possono stare e nessuno che dica una parola sul fatto di spostarle all’interno. Questa è un’altra grande fonte di turbamento sonoro. L’amministrazione deve fare il suo dovere, finora ha fatto poco». 

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