Dai domiciliari gestiva una casa squillo dove si prostituiva anche la moglie: condannato

Dai domiciliari gestiva una casa squillo dove si prostituiva anche la moglie: condannato
Dai domiciliari gestiva una casa squillo dove si prostituiva anche la moglie: condannato
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 2 Febbraio 2022, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 14:39

MONTEMARCIANO - Dagli arresti domiciliari gestiva il giro di prostituzione in cui era implicata la moglie. Questa l’accusa che due anni e mezzo fa aveva portato i carabinieri ad eseguire un blitz nell’abitazione di Montemarciano dove da tempo era stato segnalato uno strano via via di uomini. Era l’agosto del 2019 e il presunto sfruttatore, un 61enne piemontese, era finito in carcere per l’aggravamento della misura cautelare all’epoca in atto. 

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La sentenza

Ieri mattina, il gup Alberto Pallucchini ha condannato l’uomo a scontare dieci mesi di reclusione per aver sfruttato il meretricio della moglie tra le mura domestiche. Si procedeva con il rito abbreviato, come chiesto dall’avvocato Michele Zuccaro. L’imputato, ieri presente in udienza, è attualmente libero. Ha finito di scontare una precedente condanna per ricettazione, reato per cui al momento del blitz si trovava recluso ai domiciliari. Essendo pregiudicato, non ha beneficiato dalla sospensione condizionale della pena. Il 61enne ha sempre sostenuto di non aver mai forzato la coniuge a prostituirsi. Le avrebbe però dato una mano, come contestato dalla pubblica accusa, ad annotare clienti e a postare sui siti a luci rosse annunci che nulla potevano lasciare all’immaginazione. 
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’imputato, oltre a riscuotere i proventi avrebbe anche contribuito ad organizzare gli incontri. Insomma, per la procura avrebbe gestito gli affari della moglie, ricoprendo il ruolo di una sorta di manager del sesso. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Senigallia erano iniziate dopo aver visto degli strani movimenti attorno all’abitazione della coppia. Abitazione che, per forza di cose, era già monitorata per verificare il rispetto dei domiciliari da parte del 61enne, colpito da una condanna passata in giudicato ed emessa dalla procura generale presso la Corte d’Appello di Catania. 
Attraverso appostamenti e altri accertamenti investigativi, era presto arrivata la convinzione negli investigatori che la casa della coppia fosse stata trasformata in una sorta di alcova del sesso, dove arrivavano clienti disposti a pagare in media 50 euro per una prestazione sessuale. A spingere marito e moglie ad imbastire un giro di meretricio sarebbero state le precarie condizioni economiche in cui erano ristretti da mesi. Entrambi, all’epoca, erano infatti disoccupati. 
L’arresto
Dopo il blitz dei carabinieri, il 61enne era finito nel carcere di Montacuto.

La moglie aveva abbandonato Montemarciano, trasferendosi fuori regione. Nel corso delle indagini sono stati ascoltati vari clienti e sono stati anche messi agli atti gli annunci postati sul web (con tanto di foto a luci rosse), dove si faceva riferimento alla possibilità di ospitare clienti in orari serali, nell’appartamento di Montemarciano. In alcuni post, non veniva neanche taciuta la presenza in casa dell’imputato. 

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