Meningite virale, 4 persone ricovere
nel giro di 10 giorni all’ospedale

Meningite virale, 4 persone ricovere nel giro di 10 giorni all’ospedale
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Mercoledì 10 Luglio 2019, 07:35
SENIGALLIA - Quattro casi di meningite virale registrati in città. Negli ultimi dieci giorni i ragazzi sono stati ricoverati presso l’ospedale cittadino dove sono stati sottoposti al protocollo previsto in questi casi. Non sono stati in isolamento perché la forma virale non è contagiosa. Ieri è stato dimesso uno di loro, M. G., 38 anni, tutti comunque stanno bene. «All’inizio ho avuto sintomi riconducibili ad una normale influenza – racconta il 38enne – febbre intorno ai 37 gradi, nulla di esagerato. Poi si è manifestata un’emicrania davvero insopportabile e dopo due giorni sono andato al pronto soccorso. Li hanno scoperto, tramite un prelievo spinale, che avevo la meningite virale. Dalla tac e dagli altri esami non si vedeva ma sono stati molto scrupolosi da approfondire per capire cosa avessi». Ricevuta la diagnosi, il 38enne è stato quindi ricoverato per essere sottoposto al trattamento. Dieci giorni di flebo e ieri finalmente, meningite sconfitta, è tornato a casa. «Non è stata particolarmente dolorosa – aggiunge – più che altro il disagio di aver trascorso dieci giorni d’estate, caldissimi, ricoverato in ospedale. Devo dire che sentirsi diagnosticare la meningite fa una strana sensazione comunque mi hanno spiegato che sarebbe passata con il trattamento e non ho temuto complicazioni».

La certezza su cosa l’abbia innescata ancora non c’è anche se il sospetto è ricaduto su pappataci, simili a moscerini, che possono pungere ed essere infetti. «Mi sono accorto di avere una puntura di insetto sul collo – aggiunge – non andava via e non era di una zanzara. Mi hanno poi detto che un insetto potrebbe avermi trasmesso il virus della meningite». Una malattia che fa venire i brividi solo a pronunciarla ma che, se contratta in forma virale, non deve scatenare il panico. Quanto accaduto a questi ragazzi, che stanno tutti bene, compresi quelli ancora ricoverati, dimostra come si possa guarire.


«Ho assaporato l’ambiente ospedaliero in Neurologia, con i suoi ritmi, gli orari, le persone – conclude -, un mondo fatto di brave persone che lavorano, ti stanno vicino, ti spiegano, ti curano e davvero si fanno carico della tua salute in maniera professionale. In questi giorni sono stato preoccupato, speranzoso, allegro e triste». Ieri finalmente felice di uscire e tornare a casa. 
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