Italiani e albanesi contro africani nella maxi rissa all'alba fuori dalla discoteca: chiesto il processo per dieci

Italiani contro albanesi nella maxi rissa all'alba fuori dalla discoteca: chiesto il processo per dieci
Italiani contro albanesi nella maxi rissa all'alba fuori dalla discoteca: chiesto il processo per dieci
di Federica Serfilippi
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Sabato 8 Gennaio 2022, 08:30

ANCONA - Cade l’accusa di tentato omicidio, ma entrano nell’inchiesta altre sei persone. La procura di Pesaro ha stretto il cerchio attorno alla maxi rissa scatenatasi all’alba del 7 agosto poco distante dall’ingresso della discoteca Miu di Marotta. C’erano stati quattro arresti – con il conseguente trasferimento in carcere - e due carabinieri feriti. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, sono dieci gli indagati. Ci sono i quattro ragazzi ammanettati cinque mesi fa e altri sei giovani, finiti nel mirino degli inquirenti in un secondo momento.

Gli accusati

Nel primo gruppo rientrano i 25enni albanesi (entrambi residenti ad Ancona) Markeljan Sojati e Franc Gjoni, il 23enne senegalese Diallo Samba (domiciliato a Tolentino) e Manuel Hector Bueno, 33 anni, dominicano, di Jesi. A tutti, la procura contesta il reato di rissa, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento dell’auto dei carabinieri, i cui finestrini erano stati spaccati. A Gjoni, l’unico ad essere rimasto in carcere, non viene più contestato il tentato omicidio, per aver accoltellato all’addome un 25enne senegalese, ma il reato di lesioni gravi. La vittima era stata trasferita all’ospedale di Torrette e sottoposta a un intervento chirurgico per ridurre l’emorragia. Più di 40 i giorni di prognosi, ma lo straniero non sarebbe mai stato in pericolo di vita. 
Attualmente Sojati e Samba hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, Bueno anche l’obbligo di dimora a Jesi.

Per quanto riguarda il secondo gruppo di indagati, su cui non è mai pesata alcuna misura cautelare, la procura contesta la rissa. Nell’avviso di conclusione indagini compaiono i nomi di: Mohamed Kante, 18enne di Castelfidardo, Richard Okonkwo Nwakanma, 21enne nigeriano residente a Morro d’Alba, Lorenzo Giuliani, 20enne di Jesi, Arjan Moaddab, 27enne iraniano residente ad Ancona. Indagati anche ragazzi che vivono a Roma: il 23enne Jakup Behdzeti e il 22enne Claudiu Ulici. Ma cosa aveva scatenato il caos? Stando alla procura una discussione nata all’interno del locale tra il gruppo composto da albanesi e italiani e quello di cui facevano parte prevalentemente ragazzi di origine africana. Sarebbe stato un urto involontario ad accendere la miccia tra le due comitive, collocate in due tavoli vicini. Dopo l’accoltellamento del senegalese, c’era stata la fuga dal locale dei due 25enni albanesi. C’era stato un inseguimento da parte dell’altro gruppo, dice la procura, con tanto di bottiglie rotte, mazze e spranghe di ferro. Per difendere Gjoni dalla furia degli amici del senegalese ferito, Sojati aveva preso il coltello con fare intimidatorio. Era stato comunque aggredito dopo essere stato disarmato. Per salvarlo dal linciaggio erano dovuti intervenire i carabinieri. Questi ultimi erano stati colpiti dalla folla (15 e 20 giorni di prognosi) e l’auto di servizio era stata danneggiata. Parte della zuffa era stata ripresa con gli smartphone da alcuni presenti. Proprio i filmati hanno aiutato gli investigatori a cristallizzare i frammenti di un’alba di sangue e violenza.

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