Coronavirus, altri cinque contagiati nelle Marche. Ma l'Asur rassicura: «In regione non c'è un focolaio»

Il laboratorio di Virologia all'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona dove sono stati esaminati i campioni
Il laboratorio di Virologia all'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona dove sono stati esaminati i campioni
di Edoardo Danieli
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Sabato 29 Febbraio 2020, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 21:33

ANCONA - In un giorno raddoppiano i casi positivi al Coronavirus nelle Marche e, nel contempo, arriva la conferma che qui non c’è un focolaio di infezione. Fino alla mezzanotte di oggi, intanto, resterà in vigore la seconda ordinanza del presidente Luca Ceriscioli che mira a rallentare il contagio con la chiusura di scuole, chiese e luoghi di ritrovo. Domani, infine, sulla scorta di quello che deciderà il Consiglio dei ministri, sono attesi nuovi provvedimenti, che saranno presi di concerto con le altre Regioni.

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La tempesta
Dopo la tempesta del giovedì, con lo scontro al Tar, la sospensione della prima ordinanza di Ceriscioli, la riproposizione delle limitazioni nella regione, arriva il giorno in cui i toni si abbassano, in attesa di capire che cosa accadrà domani quando saranno rese note le linee guida del governo, annunciato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

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«Stiamo lavorando a un Dpcm che andrà a ridisegnare le misure nei territori e sarà un provvedimento generalizzato per tutte le Regioni. Puntiamo a un comportamento uniforme e concordato che sia coerente con l’andamento della malattia», ha detto Borrelli ieri in conferenza stampa. «Speriamo che, finalmente, siano adottate linee omogenee che permettano di applicare, con serenità, quegli strumenti che chiedono ai cittadini qualche sacrificio, ma che non sono inutili. C’è bisogno di un’indicazione solida che consenta di adottare misure giuste e adeguate all’evoluzione dell’emergenza Coronavirus», commenta dal canto suo Ceriscioli.

Il bollettino
La Virologia dell’ospedale di Torrette ha rilevato ieri altri cinque tamponi positivi al Coronavirus, tutti provenienti dalla provincia di Pesaro e Urbino. Ora servirà la conferma dell’Istituto superiore di sanità di Roma a cui i campioni sono stati inviati. Nessun campione positivo è risultato nelle altre province. Se i casi aumentano, e non potrebbe essere diversamente, una buona notizia è venuta ieri da Fermo dove c’è stato un incontro con i sindaci nel corso del quale la dg dell’Asur Marche, Nadia Storti, ha escluso che ci sia un focolaio di Coronavirus nelle Marche. I pazienti marchigiani sono stati «contagiati da persone provenienti da altre regioni: la situazione è sotto controllo».

La rete sanitaria
«È operativa - ha spiegato poi Storti - una rete costituita da medici di medicina generale, da medici della continuità assistenziale, specialisti. Può contare su un sistema di accoglienza articolato su varie strutture delle malattie infettive e terapie intensiva. Il sistema è pronto a ogni ulteriore evoluzione. Perciò - ha aggiunto - non lasciamoci prendere dalla paura e dall’emotività. Soprattutto dobbiamo essere coscienti che il percorso assistenziale va avviato tramite i propri medici di famiglia o telefonicamente con i nostri servizi, - ha concluso - senza recarsi subito al pronto soccorso, per non rischiare, poi, di dover chiudere i presidi sanitari eventualmente contagiati dal Coronavirus».
Sono sei i pazienti attualmente ricoverati, cinque nell’ospedale di Ancona e uno a Pesaro. È in Rianimazione a Marche Nord, al San Salvatore di Pesaro, una donna fanese. All’Azienda Ospedali Riuniti, invece, quattro pazienti sono in Malattie infettive e un quinto, il marito della donna fanese, in Rianimazione. Non è in pericolo di vita ma è sostenuto nell’attività respiratoria. Sono almeno due, infine, i medici che hanno scelto di mettersi in quarantena volontaria.

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