ANCONA - Un ulteriore salto in avanti nella risposta ai bisogni dei pazienti marchigiani, ma anche un qualcosa che farà dell’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche un catalizzatore di sviluppo di livello nazionale. È stata presentata ieri nell’aula dipartimentale di Scienze Radiologiche a Torrette la nuova Rm – Pet 3 Tesla, apparecchiatura capace di raccogliere con un’unica indagine diagnostica le informazione che si ricavano attraverso due metodiche: la Tomografia a emissione di positroni e la Risonanza magnetica.
Al San Raffaele
Le diagnosi saranno più precise e accurate. «Si tratta della tecnologia elettromedicale più complessa in commercio, di cui in Italia esiste soltanto un altro esemplare al San Raffaele di Milano – spiega il direttore del dipartimento di Scienze Radiologiche dell’AOU e presidente del Sirm, Andrea Giovagnoni -.
«Siccome molti tumori sono contraddistinti da alterazioni molecolari e funzionali – ha spiegato il direttore del dipartimento di Medicina Nucleare Luca Burroni -, l’utilizzo della Rm–Pet permette di studiare non solo la morfologia, ma anche di caratterizzare i tessuti tumorali in modo non invasivo, fornendo dati numerici per monitorare l’efficacia delle terapie». In campo neurologico può aiutare lo studio di demenze ed epilessie, in quello muscolo-scheletrico lo studio delle patologie articolari reumatologiche. Un importante vantaggio è dato dalla forte riduzione dell’esposizione dei pazienti alle radiazioni, utilizzando campi magnetici e non raggi X, ed è perciò particolarmente indicata per lo studio delle patologie oncologiche dei bambini. «Il valore di questo nuovo asset consiste in un ampliamento del processo di ibridazione – ha detto il dg Michele Caporossi -. Ibridazione tecnologica, gestionale, ma prima di tutto culturale. Si realizza un sogno che inseguiamo da oltre cinque anni».
Il lascito
Il macchinario sarà infatti anche una spinta per la ricerca e la formazione, tanto che sono già stati creati contatti con centri di ricerca nazionali e internazionali e all’Univpm è stato avviato un corso di specializzazione in Medicina Nucleare. Il macchinario, costato 5,7 milioni, è stato acquistato anche grazie un lascito ereditario di 1,3 milioni della signora Teresa Casagrande, destinato alla ricerca in campo oncologico. Per questo è stato elaborato dalla direttrice della Clinica Oncologica, Rossana Berardi, un progetto clinico e di ricerca oncologica denominato Rimante. Altri 4, 4 milioni sono arrivati dalla Regione, alla quale Caporossi chiede uno sforzo in termini di risorse umane, senza le quali questa tecnologia rischia di rimanere sottoutilizzata.
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