Marche, appalti dell'Azienda sanitaria
Spuntano lavori fatturati due o tre volte

Luigi Catalano, ex titolare della Edilcost
Luigi Catalano, ex titolare della Edilcost
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 20 Gennaio 2016, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 11:36
ANCONA - Gli stessi lavori si moltiplicavano senza un perché e venivano fatturati due o tre volte dalle ditte "amiche". In alcuni casi non venivano neppure effettuati, ma c’è chi chiudeva un occhio, attestando la loro esecuzione, in cambio di mazzette, favori e regali di vario genere, tra cui viaggi a Dubai, biglietti per il teatro, lavori domestici, prosciutti e cesti natalizi.

E' quanto emerge, almeno secondo l’accusa, dall'inchiesta sugli appalti truccati dell'Asur, condotta dal Pm Paolo Gubinelli che a giorni notificherà gli avvisi di chiusura delle indagini e ha portato le Fiamme Gialle a sequestrare beni per quasi 400 mila euro. Spunta anche il nome di un politico, con trascorsi in Regione, tirato più volte in ballo nelle intercettazioni telefoniche con riferimento a rapporti di carattere generale, sia pure senza responsabilità specifiche: al momento non risulta tra gli indagati.

Lo sono invece la società Edilcost, dichiarata fallita nel maggio 2015, e il suo ex titolare Luigi Catalano (assistito dall'avvocato Andrea Speciale) che assieme al geometra dell'Asur Antonio Tonti (difeso dall'avvocato Jacopo Saccomani) sarebbero i principali artefici di un considerevole giro di tangenti messo in piedi tra il 2010 e il 2012. 

Per quasi tre anni decine e decine di appalti pubblici sarebbero stati truccati da Catalano (è indagato anche il fratello Marco Antonio, coinvolto in misura minore) attraverso un vorticoso passaggio di contanti tra la sua azienda e Tonti, responsabile dei bandi Asur: mazzette che nel complesso ammontano a oltre 100 mila euro. Ma secondo gli inquirenti aderivano al sistema anche altre due ditte collegate a Catalano, tra cui la Global Union Service di Enrico Iannetti (difeso dall’avvocato Riccardo Leonardi) che figura tra gli indagati come anche gli amministratori delegati di altre 4 società.

Secondo l’accusa, Tonti - che con Catalano è accusato di corruzione - riusciva a segmentare appalti pubblici per lavori in varie sedi Asur, specie all'ex Crass, in modo da non superare mai il limite dei 40 mila euro e assegnarli con trattativa privata. In un caso la vincitrice di un bando sarebbe stata addirittura sostituita con una ditta "amica", di qui l'ipotesi di soppressione di atti. Il Gip Carlo Cimini non ha riconosciuto l'esistenza di un'associazione per delinquere - tesi formulata dalla Procura - ma ha firmato l'ordinanza di sequestro preventivo per 380mila euro, eseguito la scorsa settimana dal Gico della Guardia di Finanza.

Il provvedimento ha colpito Catalano - oggi dipendente di un supermercato - e Tonti (due quote di appartamenti e conti correnti congelati), oltre all'ingegnere Alessandro Santini, dirigente Asur, a cui è stato sequestrato un Suv da 47mila euro, l'equivalente delle presunte tangenti ricevute per aver attestato lavori all'ex Crass mai svolti o gonfiati. E’ stata stralciata, invece, la posizione del collaboratore direttivo Asur Giordano Ferretti e del tecnico esperto Andrea Nasini, che erano stati inizialmente coinvolti nell’indagine. Anche per il pm sono estranei ai fatti. 
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