ANCONA - Quanto ha risparmiato l’amministrazione per spegnere le luci dei lampioni 80 minuti prima del sorgere del sole? Circa 35mila euro, Iva inclusa. Il conteggio, che è bene dirlo si tratta di una proiezione, è riportato all’interno della delibera con cui la giunta Mancinelli ha ufficialmente rettificato la decisione presa lo scorso 26 luglio, vigilia dell’inizio dell’esperimento sull’illuminazione pubblica: tagliare i costi delle super bollette spegnendo le luci 80 minuti prima dell’alba, anziché 20.
I rischi
L’oscurità, con tanto di pericoli e rischi per chi aveva necessità di mettersi in marcia di prima mattina, è durata dal 27 luglio fino al 12 ottobre, giorno in cui l’amministrazione è tornata sui suoi passi.
L’altro fattore
Il secondo fattore che rende abbastanza marginale il risparmio (pur se in tempo di crisi anche il centesimo diventa utile) è il mega importo previsto per le spese delle luci dei lampioni e degli impianti semaforici per il 2022/2023. Ammonta a 4.375,871 euro. Da questa somma vanno detratti due costi risparmiati: i 35mila euro derivati dallo spegnimento delle luci 80 minuti prima dell’alba; e 207.853 mila, corrispondente a una fetta di investimenti lasciati da parte per la manutenzione sugli impianti energetici. Nello specifico, nel breve termine non si interverrà per la sostituzione dei «212 pali e basamenti (opere di fondazione) ritenuta non necessaria in quanto rivelatasi in buone condizioni di mantenimento». Al netto dei soldi risparmiati, dunque, la somma prevista per l’illuminazione pubblica ammonta a 4.133.017 euro. Calcolatrice alla mano, si parla di circa 345mila euro mensili.
Il buio un’ora e venti prima dell’alba era diventato un caso, con i pericoli vissuti da cittadini e commercianti e denunciati più volte dal Corriere Adriatico. Una decisione, quella presa dal Comune, varata per cercare di combattere il salasso delle bollette. In ottica risparmio, le luminarie di Natale, che brilleranno a partire dal 26 novembre, verranno spente attorno a mezzanotte.