LORETO - Si era presentato con un bastone e una catena metallica avvolta intorno al braccio in una azienda di materiali edili. E con toni arroganti e prevaricatori aveva preteso la consegna immediata del materiale che gli occorreva: della rete metallica, diversi paletti di sostegno ed accessori vari. Nonostante i modi inquietanti, il dipendente lo aveva accontentato, servendolo all’istante. Al momento di pagare il conto, che ammontava a 500 euro, l’uomo si era però rifiutato di versare per intero l’importo dovuto.
Ne aveva consegnati soltanto 100, minacciando per di più di morte il dipendente, che intimorito si era allontanato velocemente a bordo del mezzo aziendale per paura che la situazione degenerasse. Per questo motivo era finito nei guai con l’accusa di estorsione un trentaseienne italiano di origini siciliane che il 3 agosto si era reso protagonista dello spiacevole episodio avvenuto in una nota rivendita di materiali edili e subito denunciato ai carabinieri.
A distanza di circa un mese, il 31 agosto i militari di Loreto lo avevano arrestato nella frazione lauretana di Grotte, al confine con Porto Recanati, e posto ai domiciliari, dando così esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa il giorno precedente dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona.
Noncurante del provvedimento che lo obbligava a restare a casa, il trentaseienne è però evaso dai domiciliari nello stesso pomeriggio dell’arresto.
L’epilogo mercoledì scorso, quando i carabinieri della città mariana lo hanno rintracciato in un’abitazione di Porto Potenza Picena, tratto nuovamente in arresto e questa volta rinchiuso nel carcere di Montacuto ad Ancona.
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