Loreto, abusi in gita e anche nella casa famiglia: professore di religione di Tivoli finisce in manette

Abusi in gita e anche nella casa famiglia: professore di religione finisce in manette
Abusi in gita e anche nella casa famiglia: professore di religione finisce in manette
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 07:19

LORETO -  Alcune violenze sarebbero andate avanti per anni e lui, educatore e docente di religione, avrebbe comprato il silenzio dei ragazzini con regali e soldi. Secondo gli inquirenti sono quattro i minorenni che avrebbero ricevuto le attenzioni morbose di Mirko Campoli, un 46enne residente a Tivoli, già vice dirigente di un istituto superiore con incarichi anche in ambito ecclesiale e all’interno di un’associazione religiosa. L’uomo è stato fermato dalla polizia e dalla procura di Tivoli, dopo la denuncia sporta da una vittima lo scorso marzo. Le indagini sono state fulminee e il 46enne è stato arrestato e collocato ai domiciliari con il braccialetto elettronico. 

 
L’accusa


Deve rispondere di violenza sessuale.

A partire dal 2016 avrebbe preso di mira, in differenti luoghi e parti d’Italia, quattro ragazzini minorenni, di età compresa tra i 10 e i 15 anni. Un episodio sarebbe avvenuto anche a Loreto, durante un campo scuola organizzato dall’associazione religiosa di cui faceva parte. In quel momento, il 46enne rivestiva il ruolo di educatore e - per la procura - avrebbe approfittato della sua posizione per compiere atti sessuali. Gli altri episodi contestati sarebbero avvenuti a Guidonia, Roma e Tivoli. Nella Capitale, la procura lo accusa di aver agito in qualità di operatore di una casa famiglia, abusando di un bambino di 10 anni che gli era stato affidato. Lui si è dimesso dai suoi incarichi nel marzo 2021 e nel giugno dello stesso anno è stato sollevato anche dall’insegnamento. Ciò non gli avrebbe impedito di agire all’interno della casa famiglia.

L'ordinanza


Stando agli inquirenti, l’uomo faceva leva sul rapporto intimo e di fiducia che creava con i minorenni. Si legge nell’ordinanza: «Era un uomo impossibile da odiare, un secondo padre, una persona conosciuta e benvoluta da tutti, capace di comprare il silenzio delle vittime con regali costosi, ma anche con l’ascolto, con la comprensione, con parole adatte a consolare le angosce dell’adolescenza». E ancora, il gip scrive che è «concreto e attuale il pericolo di reiterazione delle medesime condotte criminose».

L’uomo «non ha avuto scrupoli nell’approfittarsi della fiducia in lui riposta, ignorando completamente le gravi ricadute del suo agire nei confronti dei minori, approfittando della loro giovane e complicata età, della loro inesperienza, consapevole che l’acquisto di doni, il tempo loro dedicato, lo svago, le continue elargizioni economiche, unitamente al supporto offerto ai loro familiari, gli avrebbe consentito di ottenere il loro silenzio». Le vittime potrebbero essere molte di più. L’indagine, come detto dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto, si è dovuta scontrare con «resistenze ambientali» in un «clima omertoso come quello mafioso». Le confidenze di alcuni ragazzini, fatte prima della denuncia, avrebbero trovato solo il terreno della diffidenza.

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