«Lavorare a San Silvestro? Non se ne parla proprio». Lo show nel centro chiuso di Ancona

«Lavorare a San Silvestro? Non se ne parla proprio». Lo show nel centro chiuso di Ancona
​«Lavorare a San Silvestro? Non se ne parla proprio». Lo show nel centro chiuso di Ancona
di Michele Rocchetti
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 13:03

ANCONA Aperti l’ultimo dell’anno? Non scherziamo. I bar e i ristoranti che lo saranno, lo saranno per scelta propria, non certo per l’invito dell’assessore alla Cultura Paolo Marasca. Il quale così sperava di creare una cornice di accoglienza per coloro che il 31 dicembre arriveranno in centro per partecipare alla festa di Capodanno organizzata dall’amministrazione comunale in piazza della Repubblica. Ma perché spendere soldi per utenze e personale, si chiedono in molti, perché rinunciare a una serata in famiglia, quando non c’è alcuna garanzia concreta di un ritorno economico? 


La critica all’organizzazione

Per altri, invece, l’idea non sarebbe così peregrina, ma sono stati sbagliati i tempi e i modi.

Fatto sta che, sondando gli umori, diversi dei quali celati dietro lapidari, quanto eloquenti, no comment, si dovrebbe delineare uno scenario con i locali di piazza del Papa più o meno tutti aperti e con i bar che si trovano lungo i corsi quasi tutti chiusi. Di questi ultimi, alcuni lo saranno per l’intera giornata, mentre altri garantiranno il servizio fino all’orario dell’aperitivo. Tra le eccezioni c’è il Plaza Portonovo, che sta organizzando il cenone di Capodanno. «Questo è il primo anno che siamo aperti e abbiamo deciso di fare una prova – spiega Romina Palpacelli -. In generale pensiamo che il Capodanno sia un’ottima occasione di business e che la festa in piazza possa dare un’ulteriore spinta. Speravamo proprio che l’amministrazione organizzasse una cosa del genere. Penso che ci sarà grande partecipazione e sarebbe bello che ci fossero più attività aperte possibile ad accompagnare la manifestazione». Martina Cerioni del Caffè Violini non è in dissenso su questo, però evidenzia come restare aperti non sia possibile per tutti. «Sabato di solito siamo chiusi e perciò lo saremo anche il 31. Il discorso che fa il Comune è comprensibile, ma per noi non avrebbe senso stare aperti la notte di Capodanno. Siamo un bar che lavora soprattutto con gli uffici. Il sabato e la domenica, anche se ci sono degli eventi in piazza Pertini, non viene tutta questa gente. Per questo abbiamo deciso di stare chiusi il fine settimana. E il 31 non credo sia molto diverso». Anche per Flavio Zoppi della Tazza d’oro l’idea di una città accogliente con tutti i bar aperti non è sbagliata in sé, ma la cosa andava studiata prima e meglio: «Noi, come da tradizione, il 31 saremo aperti soltanto la mattina, anche perché a dicembre non ci fermeremo mai e almeno quella serata vogliamo passarla con la famiglia. Però non siamo contrari a priori a tenere aperto la sera di Capodanno. Solamente, non sono cose che si possono decidere 10 giorni prima. Ancona è molto indietro dal punto di vista dell’accoglienza rispetto a città come Pesaro o Senigallia, ma non si risolve tutto con un appello. Ci vuole programmazione». 

L’idea dell’animazione 

Magari organizzando anche piccoli eventi collaterali disseminati per le vie del centro come succede a Rimini. «Io è ovvio che starò aperto – dice Mauro Ugolini di Anburger -, ma non si possono cambiare le carte in tavola all’ultimo momento. Perché uno deve organizzarsi. Finora sapevamo che la festa si faceva qui in piazza del Papa e adesso ci dicono che sarà in piazza della Repubblica. Ci prendono in giro. Anche perché non vedo tutti questi problemi di sicurezza. Pure tre anni fa la festa era stata a numero chiuso e piazza della Repubblica, da questo punto di vista, mi pare molto peggio, con tutti quei paletti, marciapiedi e pensiline».

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