Jesina calcio nel mirino della Finanza:
frode fiscale, spariti due milioni di euro

Jesina calcio nel mirino della Finanza: frode fiscale, spariti due milioni di euro
di Fabrizio Romagnoli
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Venerdì 5 Luglio 2019, 10:30
JESI - Compensi sportivi riportati nelle scritture contabili ma, a quanto pare, mai realmente o completamente corrisposti ai bomber del rettangolo verde, né tanto meno a mister e dirigenti. Arrivando in questa maniera a iscrivere a bilancio passività per oltre due milioni di euro e a distrarre dai conti della società, in contanti e sotto forma di evasione, somme destinate ad altri fini e oggi scomparse. Sono le accuse che stanno mettendo nei guai la Jesina calcio e costate al momento la denuncia all’autorità giudiziaria di un ex amministratore. È stata la Guardia di Finanza di Jesi, con l’operazione “Cartellino giallo”, a portare in evidenza quello che sarebbe stato un complesso sistema di frode fiscale, posto in essere attraverso la fittizia corresponsione di compensi sportivi e la contestuale annotazione in contabilità di elementi passivi indeducibili per oltre 2 milioni di euro.
 
Una indagine che ha preso spunto dall’analisi dei numerosi prelievi, per una somma complessiva di oltre un milione di euro, effettuati sul conto corrente della società. Prelievi che risultavano riportati nelle scritture contabili del club calcistico come compensi sportivi corrisposti, nell’arco di alcune stagioni, a tecnici, giocatori, dirigenti e collaboratori a vario titolo della società. Persone che sono state ascoltate in questi ultimi mesi dalla Finanza di Jesi. Ma davanti alle fiamme gialle calciatori, allenatori e uomini dello staff hanno appreso con meraviglia che nei loro confronti, e a loro insaputa, venivano certificati dalla società dei compensi che, almeno in parte, mai erano stati effettivamente erogati. Compensi che, comunque, non risultavano assoggettati a ritenuta Irpef, in quanto dal punto di vista contabile li si faceva rientrare nei limite dell’esenzione pro capite fissato a 7 mila e 500 euro annui.
Secondo quanto riscontrato dalla Guardia di Finanza la differenza, in contanti e in evasione di imposta, fra quanto era stato iscritto e risultava a bilancio e quanto invece era stato effettivamente pagato, veniva distratta dalla società per altri fini, facendone così perdere le tracce. Al termine dell’attività ispettiva posta in essere dalle fiamme gialle, è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria quello che era all’epoca dei fatti l’amministratore della società sportiva. Al tempo stesso sono state invece irrogate sanzioni per violazioni delle norme in materia di antiriciclaggio, in particolare per ripetute violazioni del limite di legge stabilito per l’uso del denaro contante. Dalla società arriva la conferma che si tratta della Jesina calcio, e che l’inchiesta riguarderebbe le precedenti gestioni e non l’attuale. 
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