JESI - Dopo mesi di latitanza in giro per l’Europa, aveva fatto ritorno in Italia (da cui era stato espulso) e si era nascosto in un appartamento a Jesi. La sua latitanza però non è durata più di tanto perché gli agenti del Commissariato di Jesi erano sulle sue tracce e quando hanno avuto conferma del suo rientro in città sono riusciti a individuare l’appartamento dove sospettavano si stesse nascondendo. Sono dunque iniziate le indagini, minuziose e discrete, fatte di appostamenti, di controlli e di raccolta informazioni.
La svolta
La svolta ieri mattina, colpa del sole e delle temperature estive che invitavano a esporsi.
L'operazione
Nel corso delle operazioni e in particolare nelle fasi finali, è stato fatto ricorso a tutte le cautele possibili in quanto il ricercato, nel caso in cui avesse sospettato la trappola che la Polizia aveva in preparazione, avrebbe potuto non solo darsi alla fuga ma anche, data la densità di abitanti in quella zona, mettere a rischio l’incolumità dei residenti. Quindi gli appostamenti sono stati particolarmente accorti e il latitante non ha notato nulla fino alle fasi finali che, comunque, non gli hanno lasciato nessun margine di scampo. Era molto sorpreso di essere stato rintracciato.
Ora è in carcere
E’ stato quindi condotto presso la sede del Commissariato di Jesi, e dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Montacuto per scontare la condanna di 2 anni e 4 mesi. La brillante operazione arriva al culmine di una complessa indagine che ha visto i poliziotti ricostruire tutti i movimenti del 40enne, il quale dopo essere stato espulso dall’Italia aveva nuovamente fatto ingresso nel territorio nazionale percorrendo un lungo itinerario che ha riguardato vari Paesi europei. Il suo arresto rientra nell’ambito dei servizi disposti dal Questore di Ancona volti a garantire legalità, ordine e sicurezza pubblica.