La movida è sotto sorveglianza: nuove spycam in centro storico

La movida è sotto sorveglianza: nuove spycam in centro storico
La movida è sotto sorveglianza: nuove spycam in centro storico
di Fabrizio Romagnoli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Settembre 2021, 11:15

JESI  - Nell’ambito di un ampio progetto di videosorveglianza da mezzo milione di euro che riguarda diverse aree di Jesi, è di «prioritario interesse» la realizzazione – per 60 mila euro- di un primo stralcio che prevede l’installazione delle telecamere in centro storico. Lo riconosce il Comune, che ha appena affidato l’incarico di svolgere sopralluoghi e indagini necessari prima di procedere alla progettazione definitiva dell’intervento.

Mentre sul fronte delle problematiche notturne vissute dalla parte antica della città e dai suoi residenti nei fine settimana entra in campo l’opposizione, con interpellanze e interrogazioni sul tema che arrivano da Pd e Jesi in Comune in vista del prossimo Consiglio, si prova ad accelerare sul fronte telecamere, richieste da molti. L’ambizioso progetto che, approvato a suo tempo dalla Giunta, voleva estendere la videosorveglianza a San Giuseppe, Campo Boario, parco del Vallato, parco del Ventaglio, centro storico e zone interessata del fenomeno dell’abbandono di rifiuti, non è stato ammesso a finanziamento dal Ministero dell’Interno, al quale era stato a tale scopo presentato.


Ma un primo più ridotto stralcio per 60 mila euro può riguardare appunto la città racchiusa fra le mura. Piazza Indipendenza ha affidato ad una ditta specializzata l’incarico di «effettuare sopralluoghi e indagini anche strumentali al fine di individuare le soluzioni tecniche migliori a veicolare e portare i flussi video ad alta capacità sino alla sede Municipale, relativamente al primo stralcio, quella della zona centro storico, del progetto di videosorveglianza finalizzato alla sicurezza urbana».


Intanto sono Emanuela Marguccio (Pd) e Agnese Santarelli (Jesi in Comune) a reclamare una risposta dell’amministrazione. «Perché- chiede Marguccio- non è ancora stato aperto un tavolo permanente di lavoro e confronto che unisca cittadini, attività di bar e somministrazione cibi e bevande e organi di controllo del territorio, a mezzo del quale costruire azioni, anche a lungo termine, utili alla prevenzione ed al contenimento di comportamenti inadatti e molesti al vivere civile che si manifestano regolarmente proprio nel cuore pulsante della città? La soluzione di una problematica così complessa non richiede soltanto improvvisate azioni avviate in presenza di un’emergenza già incontrollata ed incontrollabile ma necessita di un programma che renda le vie del centro storico luoghi sia attrattivi che sicuri».


Per Santarelli: «La questione è complessa e viene da lontano, dall’idea che l’unico sbocco possibile per il centro storico sia quello dell’enorme concentrazione di locali dove bere e mangiare, facendolo diventare una sorta di luna park di cui vantarsi e perdendo il senso che un quartiere come questo dovrebbe avere.

In questi anni è mancata una gestione ed una presa in carico collettiva della questione, a partire dall’assenza dell’amministrazione comunale, che non è riuscita nemmeno a garantire adeguati servizi igienici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA