Dipendente senza pass, nervi tesi e atmosfera pesante: all’ospedale Urbani arrivano i carabinieri

Dipendente senza pass, nervi tesi e atmosfera pesante: all’ospedale Urbani arrivano i carabinieri
Dipendente senza pass, nervi tesi e atmosfera pesante: all’ospedale Urbani arrivano i carabinieri
di Fabrizio Romagnoli
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 10:11

JESI - Clima teso al momento dei controlli del Green pass sul personale al lavoro nella struttura e animi rasserenati solo con l’arrivo sul posto dei carabinieri, l’altra mattina all’ospedale Carlo Urbani. L’episodio si è verificato mercoledì scorso ed è stato notato da più d’uno al nosocomio di via Moro. Sarebbero tre al momento nell’Area Vasta 2 i dipendenti che sono stati allontanati dal posto di lavoro perché non vaccinati contro il Covid o non in possesso dell’esito negativo di un tampone svolto nei due o tre giorni precedenti e, quindi, sprovvisti di Green pass. 


Due di questi sono stati individuati e fermati al momento di accedere nelle strutture in cui sono impiegati. Un terzo è stato sorpreso da un controllo a campione. Lo ha riferito, ieri mattina, il direttore dell’Area Vasta 2 Giovanni Guidi, a margine della cerimonia con la quale la Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro D’Alba ha donato al reparto di Medicina Interna dell’Urbani, e al nuovo Ambulatorio integrato per i pazienti con BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) al via nella struttura, uno spirometro/DLCO di ultima generazione. Uno dei tre casi riguarderebbe un dipendente – non è specificato in quale ruolo o mansione- incappato nei controlli all’Urbani e l’episodio dell’altra mattina: dopo un poco di maretta, la situazione si è risolta e la tensione è scemata all’arrivo dei carabinieri. Se per i sanitari l’obbligo di vaccinazione era già in vigore da tempo, Guidi spiega però che ora, con l’estensione della richiesta di Green pass a tutti i posti di lavoro, «i controlli, in precedenza effettuati a campione, si sono fatti sistematici».

Quanto alla donazione dello spirometro, dà lo spunto all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini per parlare dell’importanza di strumentazioni adeguate nella sanità marchigiana: «Abbiamo inviato al Ministero un progetto per l’acquisizione di 26 milioni di euro di apparecchiature elettromedicali, in sostituzione di una dotazione altrimenti obsoleta».

Mentre l’assessore alla sanità del Comune di Jesi, Marialuisa Quaglieri, torna a chiedere «il ripristino dell’unità operativa complessa della broncopneumologia al Carlo Urbani», soppressa da un paio d’anni. In rappresentanza della Bcc di Ostra e Morro d’Alba, il direttore generale Roberto Crostella, il responsabile territoriale di Jesi Emanuele Iencinella e il componente del Cda Giampiero Ganzetti hanno ricevuto i ringraziamenti della direttrice generale dell’Asur Marche Nadia Storti e dei dottori Marco Candela e Paolo Spinaci, rispettivamente direttore della UOC Medicina Interna di Jesi e Responsabile della UOSD Broncopneumologia, sempre dell’Urbani. 


Le due unità, che già hanno lavorato insieme nella gestione dell’emergenza Covid e che partecipano al monitoraggio integrato sugli effetti prolungati del Coronavirus nei guariti che ha seguito circa 400 pazienti, daranno vita al nuovo ambulatorio che riunirà competenze pneumologiche, internistiche ed infermieristiche per l’unica e globale presa in carico di quelle broncopneumopatie croniche che sono ormai divenute la terza causa di mortalità nel mondo.

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