Ubriaco semina il caos al pronto soccorso
e si scaglia contro medici e infermieri

Ubriaco semina il caos al pronto soccorso e si scaglia contro medici e infermieri
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Domenica 18 Marzo 2018, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 18:38
JESI - Ennesimo episodio di aggressione fisica e verbale, con tanto di minacce, ai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani. E’ successo venerdì sera, quando verso le 20,30 l’ambulanza accompagna un ragazzo di 24 anni italiano, in stato soporoso, trovato disteso per strada davanti a un bar della città. Quella persona a terra era stata segnalata dai passanti che hanno dato l’allarme al 118. Ma una volta portato in ospedale e ripresi i sensi, sono iniziati i problemi. «Era completamente ubriaco e la testa, annebbiata dalla sbornia, ha iniziato a urlare e inveire contro il personale che cercava di aiutarlo e sottoporlo alle cure del caso – raccontano i medici – siamo esasperati, perché quello di venerdì è l’ennesimo episodio che accade e si ripete ciclicamente quasi ogni weekend, con giovani e giovanissimi che perdono il controllo per l’abuso di alcol e droghe, poi si scagliano contro noi medici o infermieri».
Il ragazzo, in preda ai fumi dell’alcol, avrebbe insultato i medici e minacciato gli operatori sanitari, tentando di aggredirli con calci e pugni, finché dal pronto soccorso non hanno richiesto l’intervento della polizia a calmare l’esagitato.

«Solo all’arrivo delle forze dell’ordine siamo riusciti a contenerlo - dicono ancora i sanitari - ma certi comportamenti non sono più tollerabili. E’ impensabile che con il poco personale sanitario a disposizione e la gran mole di pazienti da seguire, gente che sta male e ha bisogno di terapie e cure, si debba perdere tempo dalle 20,30 alle 2 di notte dietro una persona che da in escandescenze per l’alcol, che sbraita e cerca di mettere le mani addosso a chi sta lavorando. Con grave rischio anche degli stessi pazienti che si trovano in attesa o in osservazione. Non possiamo spendere tempo e risorse che non abbiamo, oltre ovviamente al rischio personale. Basta – concludono i medici – ora il nostro livello di tolleranza è notevolmente abbassato e partiranno le denunce a chi si renderà responsabile di episodi come quelli di ieri».
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