Offre online ripetizioni di greco, professoressa raggirata: processo per truffa

Offre online ripetizioni di greco, professoressa raggirata: processo per truffa
Offre online ripetizioni di greco, professoressa raggirata: processo per truffa
di Federica Serfilippi
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Martedì 27 Luglio 2021, 08:50

JESI  - Posta su un sito web l’annuncio per cui si rende disponibile a dare ripetizioni a studenti in difficoltà con le materie umanistiche. Poco dopo viene raggiunta al telefono da una donna: «Rappresento una società di inserzioni, se lei non è provvista di partita Iva deve pagare per poter pubblicizzare il suo servizio. Servono 2mila euro da versare sui nostri conti».

È la frode emersa ieri mattina nell’aula presieduta dal giudice Lamberto Giusti. Imputati per truffa in concorso sono due coniugi napoletani che, stando all’accusa, nel dicembre del 2017 avrebbero teso una trappola a un’insegnante di greco, residente a Jesi, chiedendo soldi per pubblicizzare l’inserzione delle ripetizioni scolastiche su un portale web. Non sarebbe stata la professoressa a pagare la cifra richiesta (circa 1.800 euro), ma una sua amica. I soldi erano veicolati sui conti intestati ai due napoletani, difesi dall’avvocato Umberto Bianchelli.

Proprio dalle coordinate bancarie, i carabinieri della Compagnia di Jesi erano riusciti ad arrivare alla coppia, denunciandola a piede libero. A processo è rimasto solo lui, 53 anni.

Lei, poco più giovane, è nel frattempo deceduta. A raccontare in udienza i retroscena della truffa è stata ieri la professoressa jesina. Era stata lei a postare un annuncio in cui si rendeva disponibile a tenere delle lezioni private per studenti in difficoltà. Nell’inserzione online aveva lasciato il numero di telefono per essere contattata. A quella stessa utenza era stata raggiunta poi da una donna. Avrebbe finto di rappresentare una società che gestisce le inserzioni. Era stata una amica della prof ad occuparsi dei bonifici. Ne erano stati predisposti due, veicolati nei conti della coppia. Una volta resesi contro dell’inganno, le due amiche erano corse dai carabinieri per sporgere denuncia. Il 53enne respinge ogni accusa: non avrebbe avuto idea del perché quei soldi fossero veicolati sul conto suo e di sua moglie. 

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