La città è ancora scossa: sciopero e presidio alla Caterpillar poi l’incontro con i vertici regionali

La città è ancora scossa: sciopero e presidio alla Caterpillar poi l’incontro con i vertici regionali
La città è ancora scossa: sciopero e presidio alla Caterpillar poi l’incontro con i vertici regionali
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 20:55

JESI  - Torneranno stamattina in sciopero e in presidio allo stabilimento di via Roncaglia di cui è stata annunciata la chiusura, i lavoratori del sito Caterpillar di Jesi. La mobilitazione, scattata venerdì scorso alla notizia della decisione presa dalla multinazionale, procede. Annunciata davanti alla fabbrica la presenza dell’assessore regionale al lavoro Stefano Aguzzi che poi, a mezzogiorno, insieme al presidente Francesco Acquaroli riceverà i sindacati. 


«Da parte mia e della giunta – garantisce Aguzzi - massima attenzione nei confronti di questa nuova crisi che mette in forte difficoltà tante famiglie». Sabato scorso vertenza Caterpillar e protesta sono arrivate in centro, con corteo e manifestazione che da Porta Valle sono risaliti verso Corso Matteotti e Piazza della Repubblica. «La Caterpillar vuol chiudere la ex Sima – hanno spiegato i dipendenti - 260 lavoratori vengono lasciati per strada. Non è accettabile la facilità con la quale una multinazionale può decidere del destino di centinaia di persone. Con l’annuncio la proprietà ha perso il diritto di proprietà. Jesi lotta con noi!».

In tanti in città ricordano la discendenza della presenza Caterpillar a Jesi dalla vicenda della Sima, da una crisi e da lotte che hanno segnato il territorio. In Piazza della Repubblica, anche l’onorevole e segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Ennesima delocalizzazione, cosa aspetta il Governo a mettere in campo misure che proteggano il Paese e il sistema industriale da questa barbarie continua?».

Il Pd di Jesi col segretario Stefano Bornigia aveva parlato di «politica predatoria che nel momento di minor introiti lascia a piedi i lavoratori ed il territorio. Neanche l’esperienza pandemica è servita ad insegnarci l’importanza di mantenere le produzioni, che siano mascherine o componenti».

Per Jesi in Comune: «Si prosegue drammaticamente nella Vallesina con lo scippo del lavoro, che fu cosa nobile di imprenditori nati e cresciuti qui. Oggi un qualsiasi amministratore francese viene a dire che da domani si chiude, dimenticandosi di chi dalle ceneri della Sima ha rimesso in piedi un’azienda di qualità». Katia Mammoli, segretaria del Movimento dei Repubblicani Europei: «Più grave che questo avvenga nel momento in cui ci si sta faticosamente rialzando. I governi nazionale e locali agiscano con impegno, come con Elica, anche se in questo caso non ci troviamo davanti ad una controparte del territorio, ma ad una multinazionale, e ciò, purtroppo, renderà tutto più difficile». 


La lista Riformisti Jesi esprime «profonda preoccupazione e vicinanza alle famiglie di lavoratrici e lavoratori. Questo territorio non può più reggere ulteriori perdite di posti di lavoro. La questione venga portata ai tavoli nazionali». Di «tempismo vigliacco» parlano i circoli anarchici di Jesi e Chiaravalle. «La delocalizzazione non poteva essere la risposta per Elica, non dovrà esserlo neppure per Caterpillar», afferma Andrea Storoni, vice presidente della Provincia di Ancona. «L’azienda - chiede Storoni - riveda la propria posizione sullo stabilimento di Jesi». 

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