La denuncia di Liguori: «Al pronto soccorso di Jesi troppi accessi e pazienti parcheggiati nei corridoi»

La denuncia di Liguori: «Al pronto soccorso troppi accessi e pazienti parcheggiati nei corridoi»
La denuncia di Liguori: «Al pronto soccorso troppi accessi e pazienti parcheggiati nei corridoi»
di Fabrizio Romagnoli
3 Minuti di Lettura
Martedì 31 Gennaio 2023, 06:25

JESI  - «Le barelle nei corridoi del pronto soccorso del Carlo Urbani ci sono. E ci sono gli accessi impropri. I medici di famiglia sfruttino i canali di raccordo fra ospedale e territorio per evitarli». A intervenire è il responsabile del Tribunale del Malato di Jesi.

Suo, ieri mattina, un nuovo sopralluogo con documentazione fotografica dello stato delle cose al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani, fra lunghe attese e situazioni che, sulla carta, al reparto d’urgenza del nosocomio di via Aldo Moro non dovrebbero neppure arrivare.


Il report


«Per chi ancora mettesse in dubbio la presenza di barelle nei corridoi del Pronto soccorso – precisa Liguori - stamane (ieri, ndr) abbiamo documentato con foto la situazione, oscurando i volti dei pazienti. Vi erano barelle un po’ dappertutto e vi era anche chi non poteva “godere” di una barella ma si doveva accontentare di una sedia con tanto di flebo attaccata al braccio». Assicura Liguori: «Abbiamo potuto constatare di persona l’impegno costante e ammirevole del personale di pronto soccorso per cercare di rispondere alle richieste del paziente barellato». 
Ma al tempo stesso, il responsabile del Tribunale del Malato dà lettura della situazione e pure di un piccolo “caso”.

«Mentre eravamo lì – spiega Liguori - abbiamo avuto modo di constatare che al triage arrivano molti casi di accessi impropri che ormai da tempo denunciamo: pazienti di RSA o case di riposo che devono fare trasfusioni, pazienti che devono mettere o togliere un catetere, pazienti con patologie tranquillamente curabili a domicilio.

Ma arrivano anche pazienti con in mano una prescrizione del medico di famiglia con priorità urgente di una TAC o di una risonanza, che affermano di essere passati per il CUP il quale a sua volta avrebbe loro indicato di andare in Pronto soccorso sulla base di una disposizione della direzione. Sull’argomento abbiamo parlato con la direzione sanitaria dell’ospedale che ci ha assicurato che non c’è alcuna disposizione del genere». E se non sempre, specie nell’inevitabile ansia con cui si affrontano questione di salute, le indicazioni possono apparire chiare al paziente che le riceve, c’è però da parte di Liguori anche un invito chiaro ai medici di famiglia. 


Il canale


«Abbiamo avuto invece assicurazioni dal direttore della Radiologia – riferisce il responsabile del TdM - che per casi come questo da noi citato lui ha messo da tempo a disposizione dei medici di famiglia una casella mail e un numero telefonico, ai quali essi possono rivolgersi per valutare insieme l’appropriatezza della prescrizione e poi eventualmente cercare di trovare un posto al paziente in tempi brevi. Ora ci chiediamo – conclude Liguori - perché i medici di famiglia non utilizzano questo canale importante di raccordo tra ospedale e territorio che eviterebbe al paziente di andare su e giù per l’ospedale e soprattutto eviterebbe molti accessi impropri al Pronto soccorso, che invece dovrebbe dedicare la maggior parte del suo tempo all’emergenza vera». In tema sanità, attesa per i primi giorni di febbraio la convocazione del Consiglio comunale aperto dedicato preparata dalle recenti riunioni dell’Osservatorio con gli operatori varato dall’amministrazione 

© RIPRODUZIONE RISERVATA