Pugni e minacce in centro
il romeno è tornato libero

Pugni e minacce in centro il romeno è tornato libero
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Giovedì 19 Aprile 2018, 05:20
JESI - Il centro città come un ring dove due uomini si sono affrontati a pugni. È successo nel tardo pomeriggio di martedì, nei pressi dell’Arco Clementino. E da una scazzottata poteva degenerare in tragedia, perché l’aggressore, fuori di sé e visibilmente ubriaco, aveva addosso un coltello e un punteruolo che per fortuna non ha utilizzato per ferire ma solo per minacciare il rivale. 

Dopo aver ascoltato per molte ore i testimoni della sanguinosa aggressione, i carabinieri intervenuti per le indagini del caso hanno rintracciato l’improvvisato Tyson che nel frattempo si era dato alla fuga dopo aver lasciato il rivale tramortito a terra. Lo hanno arrestato. Si tratta di un romeno di 22 anni (A.M. le iniziali) residente in città. Gli vengono contestati il porto abusivo di arma bianca (punteruolo e coltello, che sono stati sequestrati). Secondo la ricostruzione dei fatti, sembra che i due si conoscessero, ma cosa abbia acceso una così violenta reazione tanto da procurare al ferito (un 40enne di Cupramontana) una frattura alla mandibola e alla mascella sinistra e la perdita di due denti, proprio non è stato chiarito. Forse vecchie ruggini tra loro, rivalità rese ancora più acute dall’abuso di alcol che il romeno aveva in corpo. Fatto sta che in pochi minuti il centro città si è trasformato in un ring destando sconcerto in quanti si sono trovati a passare o ad assistere loro malgrado alla brutale aggressione. 

Il romeno ha atteso agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di essere processato per direttissima e di comparire davanti al giudice del Tribunale di Ancona. Il giudice, ieri mattina nel convalidare l’arresto dell’uomo, ha accolto la richiesta dei termini a difesa presentata dall’avvocato difensore e ha fissato il processo per il prossimo 29 maggio. Il giovane è stato rimesso in libertà. Sulle cause che hanno fatto scoppiare la lite stanno ancora lavorando nel più stretto riserbo gli inquirenti: sembra un regolamento di conti, ma ogni ipotesi viene al momento presa in considerazione, in attesa della conclusione delle indagini.
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