Alfio Lillini e le previsioni con le cipolle: inverno lungo, estate afosa

Alfio Lillini e le previsioni con le cipolle: inverno lungo, estate afosa
Alfio Lillini e le previsioni con le cipolle: inverno lungo, estate afosa
di Fabrizio Romagnoli
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Martedì 3 Gennaio 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 16:45

JESI  - «Inverno lungo e freddo ma quasi senza neve e con poca acqua, solo a tarda primavera inoltrata. Estate con siccità e caldo afoso, lunga fino alla metà di settembre, la desertificazione avanza. Per l’autunno la variabilità regna sovrana con piogge occasionali, per il freddo bisognerà aspettare dicembre, con neve – forse – per Natale».

Sono le previsioni meteo per il 2023 lette nelle cipolle da Alfio Lillini, appuntamento irrinunciabile di ogni inizio d’anno con il calendario stilato dall’ex consigliere comunale, ferroviere in pensione ma anche rabdomante e cultore di antiche credenze, secondo una consolidata tradizione.

Ovvero quella che dalla considerazione degli effetti prodotti dal sale su dodici spicchi di cipolla, uno per ogni mese, lasciati alla finestra nel corso della prima notte del nuovo anno, trae la previsione di quello che sarà il meteo nei successivi dodici mesi. E allora ecco che per il 2023 le cipolle prefigurano freddo e gelate fino a tutto marzo, quando la neve si affaccerà ma in quota. Ancora a cavallo fra la fine di aprile e l’inizio di maggio si faranno i conti con pioggia e freddo ma già al termine dello stesso mese di maggio inizierà ad avvertirsi il caldo di una lunga estate fatta di afa. La prima nebbia comparirà a fine settembre e accompagnerà il resto dell’anno. E d’altro canto Lillini non da oggi ma da sempre, in tempi anche non sospetti, al calendario abbina la messa in guardia dal fenomeno dei cambiamenti del clima.

«La sostenibilità ambientale a fronte dei cambiamenti climatici veloci e pesanti – dà l’allerta - deve essere per tutti il pane quotidiano. Un anno fa scrivevo che il cambiamento climatico è un attacco diretto alla nostra vita sulla terra, nel 2022 di esempi ne abbiamo avuti di tutti i tipi con fenomeni atmosferici estremi, distruzione e morti! Questo sistema di produzione e di consumo non è più sostenibile. Se l’essere umano vuole continuare a fare il caprone, questi sono e saranno i risultati. Dopo 15 anni e oltre che lo scrivo non ho più voglia di continuare. Ma non importa niente a nessuno, tanto le falde acquifere sono quasi scariche! È ora che l’ambiente sia governato e sostenuto, in 20 giorni i governanti di tutto il mondo alla conferenza globale dell’Onu sul clima in Egitto di novembre non hanno trovato un minimo di accordo. La dimostrazione dell’incapacità più totale e ora ci dicono che il 2030 diventerà l’anno ultimo e decisivo per sperare di continuare a sopravvivere». 

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