Parrucca rosa giramondo
​per combattere il cancro

Parrucca rosa giramondo ​per combattere il cancro
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 10:12
JESI - La vita è rosa, se hai un progetto, nonostante il cancro al seno. E’ il messaggio di Francesca Tilio, artista di Jesi che con una parrucca rosa in testa, e indosso l’abito bon-ton della madre, rosa anch’esso, ha girato il mondo ritraendo se stessa in diverse location.

Inseguendo la luce perfetta, da sola o con in braccio la figlia nata tra una seduta di chemioterapia e l'altra, l'artista ha affrontato la malattia dando vita al progetto fotografico e sociale “Pink Project”. Un progetto, spiega la coraggiosa performer, nato “da un'esigenza, da una reazione, dalla volontà di tenere in mano la vita nel pieno della malattia”.

In occasione della festa della donna, il Pink Project sarà esposto dal 6 all'8 marzo a Jesi, in una mostra (a cura di Annalisa Filonzi) nel corso della quale Francesca ritrarrà i volti di altre donne che sceglieranno, come lei, di indossare la parrucca rosa.

“Nasco il 5 aprile del 1975 - racconta la Tilio - a trentuno anni scopro di avere un cancro al seno. Mi operano d’urgenza, poi la chemioterapia mi fa cadere tutti i capelli. Mi regalano una parrucca rosa. La indosso e mi piace! Da quel momento inizio a fotografare e sperimentare l'autoritratto. Le parrucche diventano il filo conduttore di tanti miei lavori e performance. Oggi sto bene, sono sopravvissuta alla malattia. In soffitta ho ritrovato l’abito di mia madre e ho deciso di indossarlo con la parrucca rosa per testimoniare la mia guarigione e quella di tutte le donne che ce l'hanno fatta”.

Dopo aver camminato per il mondo, il “Pink project” di Francesca prosegue il suo viaggio grazie al crowfunding lanciato sulla piattaforma Vizibol, che ha permesso di raccogliere i 3.500 euro necessari a trasformare il progetto in una mostra. “Il Pink Project - spiega ancora l’artista - ha una vocazione itinerante. È uno strumento di sensibilizzazione delle giovani donne sul tema della prevenzione e della cura. Ma è anche un inno alla vita, alla speranza, alla capacità di resistere e trovare risposte alla malattia”.
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