Addio Zoia, re della salsiccia del Poggio famosa in tutta Italia. Trovato morto sulle sponde del fiume Esino

Alberto Zoia aveva 89 anni
Alberto Zoia aveva 89 anni
di Talita Frezzi e Roberto Senigalliesi
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Lunedì 27 Dicembre 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 14:37

JESI - Una passeggiata in riva al fiume Esino, nella zona del Moreggio a Jesi, raggiungibile solo a piedi o in bicicletta, alla vigilia di Natale si trasforma in tragedia. Alberto Zoia, 89 anni, originario di Ancona e poggese doc, ma residente a Jesi, storico titolare del salumificio e prosciuttificio “Zoia Alberto & C. snc” di Sirolo, è stato trovato privo di vita nella boscaglia del Moreggio, zona di campagna alle porte di Jesi. 

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Una telefonata al 112, verso le 13 di venerdì, segnalava la presenza di un uomo riverso a terra, esanime, sotto un albero sulle rive dell’Esino.

Un punto nascosto, tanto da essere raggiungibile solo a piedi o in bici da via del Verziere. Immediato l’intervento del 118 con l’automedica e di due pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Jesi. I sanitari hanno potuto solo constatare il decesso dell’uomo, avvenuto presumibilmente poco prima del suo ritrovamento. Ogni tentativo di rianimarlo è stato vano. Sul corpo nessun segno di violenza, ecchimosi o tracce di colluttazione. L’ipotesi più accreditata da parte del medico legale è quella del malore fatale. 


Ma per fugare ogni dubbio la salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Carlo Urbani. Il magistrato di turno ha disposto un’autopsia per far luce sulle cause del decesso. La salma sarà trasferita all’Istituto di medicina legale di Torrette per l’esame autoptico. Le indagini sono condotte dai Carabinieri. Nei prossimi giorni saranno fissati i funerali. Intanto c’è profonda commozione al Poggio ed in tutto il Conero, dove era conosciutissimo, per la tragica scomparsa di Alberto Zoia. Alberto, ma tutti lo chiamavano Lamberto, era la persona che aveva inventato la salsiccia del Poggio, elaborando una sua ricetta artigianale, che era diventata famosa in Italia e conosciuta anche in Europa, portandovi appunto il nome del Poggio. Aveva 89 anni, aveva iniziato l’attività negli anni ’50 con una macelleria nella contrada Costa, assieme alla moglie Giselda (scomparsa da una decina d’anni), la sorella Maria e Mafalda Brugiavini.

Agli inizi degli anni ’70 chiuse la macelleria incentrando l’attività, con un laboratorio artigianale a Poggio Alto, sulla produzione della salsiccia, che assunse la denominazione di Salsiccia del Poggio, con una ricetta originale e genuina, apprezzata anche oggi, che in breve tempo lo costrinse ad trasferirsi al Coppo di Sirolo, dove aprì uno stabilimento, proprio per rispondere alla grande richiesta. 


Anche se era in pensione da tempo collaborava ancora nell’azienda, che aveva cambiato ragione sociale, e con l’unico figlio Roberto. Persona brillante, dalle idee innovative e proiettato nel futuro, Lamberto era un grande lavoratore, che aveva creato dal niente un marchio apprezzato anche dalla grande distribuzione, grande amante del ballo. Viene ricordato anche in sella al suo sidecar rosso, da lui stesso realizzato, su cui fino a qualche anno fa girava per il Conero. 


Da qualche tempo viveva a Jesi con la compagna. Chi l’ha sentito negli ultimi tempi l’aveva trovato in perfetta forma e la sua scomparsa in una zona in cui era solito andare per raccogliere il finocchio da utilizzare in azienda per la preparazione della porchetta ha lasciato sorpresi e sgomenti tutta la comunità del Poggio, in cui era nato ed era stato uno dei personaggi più in vista. 

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